Sola.
Seduta goffamente sul pavimento gelido che sembrava voler scacciare i primi tiepidi raggi primaverili, sfogliava pagine della sua vita racchiuse tra la sua mente e la sua pelle.
Per molto tempo aveva pensato di poter nascondere le cicatrici invisibili ai più, i quali si soffermavano volentieri a commiserare quell’evidente segno sulla gamba.
E per molto tempo tutto ciò fu una fortuna, una fottutissima enorme fortuna.
Il momento in cui tutta quell’ondata di fortuna sparì,però, fu devastante: il suo mondo si riempì di domande, di risposte non date e di curiosi.
Anche se di curioso, in realtà, c’era ben poco.
Di curioso c’era solamente lei: una giovane donna che avrebbe potuto avere tutto ma che, nonostante ciò, preferiva non avere nulla e il nulla in cui cullarsi.