Da un lato i ventenni usciti dall’università che trotterellano nel mondo degli stage.
Dall’altro i trentenni con troppa esperienza per poter essere accolti da aziende vecchio stampo.
E in mezzo: tutti alla ricerca di un sussidio finanziario dei propri sogni di mezza età.
Pur di avere un’occasione sei disposto ad abbassare le pretese, ed è lì che stai contribuendo a peggiorare il mondo in cui vivi, accettando richieste di mediocrità a 800 euro mensili.
Ma del resto è da una vita che ti insegnano a prepararti a pane ed acqua e ringrazia che poteva andar peggio, hai visto che crisi là fuori?
E appunto là fuori hai visto un mercato del lavoro molto più evoluto, ma in questo la cultura alla quale appartieni ci mette una pezza promuovendo del sano nazionalismo, provincialismo, campanilismo, familismo, ioismo.
“Lei è troppo qualificato” ti dicono, che non vuol dire che sei troppo bravo, ma che sei inadatto al sistema.
Hai studiato, sai cos’è la meritocrazia, sai quanto guadagna uno come te all’estero; vorrai mica adesso tornare qui portando innovazione e spirito critico, che c’è il rischio di trasmettere idee strane ai colleghi, rubando oltretutto soldi che in passato hai disprezzato.
Eppure seguire i propri sogni è la cosa più egoista e al tempo stesso più generosa che potresti mai pensare di fare.
Seguendo ciò che è giusto per te non solo sarai più felice, ma farai ciò che sai fare come nessuno sarebbe mai capace.
E nonostante dal mondo del lavoro arrivino continue richieste di mediocrità, confidi nel fatto che la tua eccellenza non solo migliorerà la tua vita, ma anche quella della società in cui ti trovi.
E poco importa che tu sia eccellente nel paracadutismo, ad aprire tappi di bottiglia o ad inventare lingue inesistenti; abbiamo bisogno di ciò che sai fare meglio, ciò in cui credi fermamente, ciò che ti procura sudore, lacrime e passione.
Nessuno ti dirà mai di essere troppo qualificato per questo.