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“Lei non è compos sui” (lei non è in grado di intendere e di volere) così risponde Berlusconi a una domanda sgradita di un giornalista.

Creato il 16 febbraio 2011 da Risibilmostra

 

“Lei non è compos sui” (lei non è in grado di intendere e di volere) così risponde Berlusconi a una domanda sgradita di un giornalista.

Casa de locos di Francisco Goya

Quanti sono i politici che anziché rispondere ad una domanda sgradita dicono al giornalista: “Lei non è compos sui” e se ne vanno? Non ne conosco molti. Si dice che domandare è lecito e rispondere è cortesia, ma si può in una conferenza stampa, in un rapporto tra impari, bollare l’interlocutore con un “lei non è in grado di intendere e di volere”, con un “non è padrone di sé”? Sentire usare queste parole da colui che ricopre il ruolo di Primo Ministro, che è anche stato nominato Cavaliere e che, sotto sotto, ambisce al ruolo di Presidente della Repubblica, magari con pieni poteri, dovrebbe farci capire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, in quali mani siamo capitati, a quanta volgarità è scesa la discussione politica italiana. Ci siamo ormai abituati a tutto? Tutto è lecito a questo uomo? Usare un linguaggio simile offende prima di tutto il paese e subito dopo chi lo usa e il ruolo di questi. Ieri l’Italia campeggiava sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo perché il Presidente del Consiglio è imputato per concussione e prostituzione minorile. È colpa della magistratura se persegue un’ipotesi di reato o dell’imputato che non riesce a star fuori da storie al limite o oltre la legalità? Chi infanga il paese? Una volta finivano sulle prime pagine dei quotidiani internazionali personalità del calibro di Dulbecco, Rubbia, Levi Montalcini, ora dobbiamo accontentarci di un Cavaliere accusato di concussione e prostituzione minorile? Aridatece Fanfani!



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