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“It’s not your job to understand me. It’s mine. - Non sta a te dovermi comprendere. Sta a me.” (Byron Katie)
I bisogni fondamentali sono giusto una manciata, il resto sono ‘variazioni su tema’ . Tra le istanze di base, quelle da cui si diramano tutti i vari dettagli, troviamo: il bisogno di attenzione - una dinamica basilare in ogni tipo di interazione - il bisogno di sicurezza, quello di approvazione e quello di controllo. Per maggiori info su di essi, rimando al blog di Andrea Panatta The Seeker che è particolarmente illuminante a riguardo. Fra i vari bisogni-corollari a quelli sopra esposti c’è il bisogno di capire, che spesso ci fa restare venti anni in psicanalisi o quaranta in relazioni infelici. Nelle relazioni , il bisogno di capire tende a manifestarsi con la tipica presa di posizione ‘Lui/lei mi deve una spiegazione per il suo comportamento/decisione/discorso…’. Se il bisogno è sano, si chiede tale chiarificazione una volta, ce la si fa bastare e, se non ci torna, ce la rigoverniamo per conto nostro o con l’ausilio di un terapeuta. Altrimenti continua una serie di ‘non ho capito’ , ‘non mi basta’, oppure recriminazioni infinite e richieste di ulteriori spiegazioni. Da qui si evince facilmente che il bisogno di capire è in realtà un pretesto per restare agganciati a quella relazione e perpetrarla su tale binario.Analogamente, il bisogno maniacale di capire, indagare e analizzare i nostri meccanismi psicologici può racchiudere un attaccamento compiaciuto alle nostre parti malate o, se non altro, al nostro analista. Detto in altri termini, siamo più attaccati al problema che alla possibile soluzione. Siamo più a nostro agio con la lotta, l’argomentazione, la polemica e la voglia di avere ragione che con la pace data dal semplice mollare il campo di battaglia e andare farsi un birrozzo in buona compagnia.
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