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Leinster 34-3 Cardiff Blues
Raramente s'è vista una sfida a questi livelli dominata in modo così schiacciante. La squadra di Dublino è campione d'Europa in carica alla tredicesima vittoria consecutiva di Coppa: una squadra rodata e ben allenata che ha dominato la fase eliminatoria, e che in più ritrova una superstar del calibro di Brian O'Driscoll, che gioca come se avesse smesso per un pisolino pomeridiano e non per sottoporsi a lunghe operazioni chirurgiche; in più li rafforza la sagoma inconfondibile di Brad Thorn, il thug che credevamo perduto a finire la carriera in Giappone. Lui a fianco di Leo Cullen in seconda linea, uno tosto come un pilastro, l'altro sottile ma piantato come un traliccio: talmente ben assortiti che per fermarli dovrebbero inventare una nuova regola. C'è poi Jonathan Sexton sempre più affrancato dal fantasma di RoG, pur senza smettere di giocare con le mani e non solo coi piedi; e l'incredibile Rob Kearney, lo sgusciante e sempre più confidente "rimbalzista" autore di una doppietta; senza trascurare i break dei colleghi di reparto allargato Luke Fitzgerald e Isa Nacewa. La terza linea non ha bisogno di presentazioni: Sean O'Brien, Jamie Heaslip e Kevin McLaughlin, un blindside chiuso alla fama solo dalla sfiga di vivere nel medesimo tempo di Ferris. Detto della seconda linea, se poi il Cian Healy in prima linea con Strauss e Mike Ross, si inventa una prestazione che gli procura il Man of the Match award ... se lo dicevano prima, i Blues potevano anche rimanere a casa.
Non vorremmo dar l'impressione della parata di stelle contro i poveracci: dall'altra parte, pur con una poco marziale divisa bianca e fucsia, son schierati pur sempre i Gethin Jenkins, Brad Davies, Alex Cuthbert, Leigh Halfpenny, gente fresca reduce dal Grand Slam; e anche se ci sono le gravi mancanze di Warburton e Jamie Roberts oltre al cacciato Gavin Henson, ci sono pur sempre in campo i Martyn Williams, Xavier Rush, Dan Parks, Casey Laulala, e poi Molitika, Rees e Sweeney in panca. Non è forti contro scarsi insomma; è piuttosto una squadra coesa e ben allenata, contrapposta a una accozzaglia priva di struttura e in pieno travaglio societario (allenatore già uscito) e personale (gente che se ne sta per andare). Il risultato di vede, tanto da rendere superflua, pleonastica ogni cronaca.
Ci limitiamo a tratteggiare la partita in modo impressionista: apre le marcature al primo minuto un penalty di Halfpenny, guadagnato dal naso quasi rotto dello stesso; i Blues riescono a gestire il possesso per ampi squarci del primo periodo ma con poco costrutto, arrivando a costruire una ottima opportunità di drop di Dan Parks, che riesce appena largo. Sic transit: l'ovale passa per le mani e i piedi dei blu irlandesi, subito il ritmo s'impenna e la bocca dello spettatore passa dallo sbadiglio all' ohhhh di meraviglia, per come si trovano tra loro. Sexton pareggia al 7', all'11' c'è la meta di Nacewa, che sfrutta un break di Sexton che serve Kearney il quale appoggia all'ala tutta sola. Altro penalty centrato da Sexton al 23' dopo uno sbagliato, alla mezz'ora arriva la prima meta di Kearney su apertura di Reddan, dopo tre minuti uno schema perfetto da rimessa laterale, passaggio smarcante interno no look dell'apertura a Ftizgerald e scarico a O'Driscoll in meta: una chicca che di questi tempi in Europa si può vedere solo a Tolone, fatta da Matt Giteau. Il tutto con la complicità di una difesa Blues non esattamente con gli occhi iniettati di sangue. Per il primo tempo può bastare, è 27-3.
Nel secondo tempo la confusone aumenta coi tentativi tutto cuore e orgoglio e poca struttura di Cardiff, vicino alla meta in un paio di occasioni (in una negata dal Tmo), ma sempre su iniziative personali e gioco rotto e non per mezzo di gioco strutturato. Tanto che il punteggio è fissato già al 45', con la seconda meta per Kearney e la trasformazione di Sexton.
Una partita senza storia, par quasi una delle più scontate partitacce delle fasi eliminatorie. Ora per Leinster inizia il difficile: lascerà la tana di Dublino per una semifinale on the road, in casa della vincente tra Saracens e Clermont. Impietoso infierire su Cardiff, consci del momento delicato che sta attraversando; certo che per un motivo o per l'altro, i Blues hanno da tempo abituato i loro tifosi ad annate con poche soddisfazioni, rispetto alle potenzialità di un roster che sulla carta avrebbe meritato ben più dei premi di consolazione: una LV=Cup e una Euro Challenge.
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