LEMMI
Manca.
- Manca un piano industriale.
- Manca una politica industriale.
- Manca un’industria, una sola, una qualsiasi, una purchessia.
- Manca un piano energetico.
- Manca una politica energetica.
- Manca l’energia, prima o poi, tranne quella che serve a dire che manca.
- Manca un piano culturale.
- Manca una politica culturale.
- Manca la cultura, a furia di dire che la cultura non si mangia, e così adesso, con la crisi che c’è, molti non mangiano, a prescindere dalla cultura.
- Manca una cultura dell’alimentazione.
- Manca una cultura della progettazione.
- Manca una cultura della partecipazione.
- Manca una cultura della riconversione.
- Manca una cultura della decifrazione di cosa sono tutte queste culture che mancano.
- Manca una classe dirigente.
- Manca una classe politica.
- Manca una classe imprenditoriale.
- Manca una classe operaia, nel senso che in Italia si è quasi estinta.
“Manca” è la forma verbale più presente nel discorso politico-mediatico:
- non manca mai, quando si tratta di additare assenze vere o pretese, carenze dannose o fantasiose, latitanze più o meno effettive;
- non manca mai, come espediente retorico con cui lasciar intendere che la soluzione al problema ci sarebbe, bell’e pronta, al più conseguibile in un mesetto, purché, appunto, si ovviasse a quella lacuna evidente che, ovviamente, è responsabilità altrui, mai propria, e che è questione semplice, mai complicata.
- Su come tecnicamente colmare la mancanza in oggetto, invece, quasi sempre la spiegazione manca.
(ENZO COSTA)
In effetti non passa giorno che non ci sia qualcuno con la soluzione in tasca, soprattutto in tema economico. Oggi ho scelto una di questa ricette, molto sbrigativa, tra le tante e l’ho tratta da un quotidiano:
1) diminuzione secca ed immediata delle imposte sul lavoro e sull’Irpef, ma roba tosta: 30-40 miliardi spazzati via in tre giorni. Naturalmente i mercati festeggerebbero.
2) chiusura immediata, al massimo entro giovedì, di mille aziende locali con licenziamento di 50 mila parassiti. Si lascia per strada un po’ di gente, ma non importa, c’è sempre la cassa integrazione.
3) abolizione immediata, al massimo entro la sera di oggi, dell’articolo 18 e delle norme tremende che l’accompagnano. Non serve a niente ma lancerebbe messaggi precisi: via il corporativismo e apertura a centinaia di imprese straniere che verrebbero a produrre in Italia.
Mah! Allegria!