
Giusto settant'anni fa,precisamente il 22 giugno,la Germania invadeva l'Unione Sovietica,per quella che si sarebbe rivelata una guerra così terrificante da lasciare sgomenti ancora oggi.Non mi ero ricordato,nonostante abbia dedicato anni di letture alla Seconda Guerra Mondiale,e sfogliando frettolosamente un quotidiano prima di entrare al lavoro,mi sono imbattuto in un articolo che ricordava l'assedio di San Pietroburgo,che allora si chiamava Leningrado.Fiaccata da anni di regime Staliniano,in quel lontano 1941 la città fu costretta ad affrontare una prova ancora più dura,e in quella che era stata annunciata come guerra fra ideologie destinata a far soccombere un popolo in virtù di un altro,assunse immediatamente i connotati di "simbolo" da conquistare e radere al suolo.L'Unione Sovietica,che soltanto nel 1939 si era spartita con Hitler la Polonia,aveva successivamente attaccato la Finlandia e annesso senza riguardi una lunga serie di nazioni,diventò all'improvviso un paese a sua volta aggredito.Stalin sarebbe ben presto riuscito ad indossare gli abiti del salvatore dell'indipendenza altrui,quella stessa indipendenza che proprio lui soltanto poco tempo prima aveva tante volte calpestato,ma i russi pagarono ugualmente un prezzo altissimo.
