….Lentamente mi accorsi che il cancro era diventato una s...

Da Farfalla Legger@ @annamariaa80

….Lentamente mi accorsi che il cancro era diventato una sorta di scudo dietro il quale mi proteggevo, una difesa contro tutto quel che prima mi aggrediva, una sorta di baluardo contro la banalità del quotidiano, gli impegni sociali, contro il fare conversazione. Col cancro mi ero conquistato il diritto di non sentirmi più in dovere di nulla, di non avere più sensi di colpa. Finalmente ero libero. Totalmente libero. Parrà strano, e a volte pareva stranissimo anche a me, ma ero felice. “Possibile che bisogna proprio avere il cancro per godere della vita?” mi scrisse un vecchio amico inglese. Aveva sentito dire del mio essere scomparso e per e-mail mi aveva chiesto notizie. Gli avevo risposto che quella notizia era il mio scoop e che sì, dal mio punto di vista quello era, se non proprio il più bello, certo il più coinvolgente periodo della mia esistenza. Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo preparato carte geografiche, per il quale non mi ero in nessun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso. Tutto quello che succedeva mi toccava direttamente. Gli scrissi che godesse di non avere il cancro, ma che, se voleva fare un esercizio interessante, immaginasse per un giorno di averlo e riflettesse su come non solo la vita, ma le persone e le cose che ci stanno attorno improvvisamente appaiono in una luce diversa. Forse una luce più giusta. Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati – come in verità si hanno comunque – per rendersi conto di quanto preziosi sono quei giorni?…(da un altro giro di giostra)

Terzani è un grande maestro, l’ho scoperto da poco, proprio da quando mi sono ammalata. Da quando mi è venuto il mal di schiena, il mal di stomaco. Malattie limitanti, non puoi camminare come vorresti, non puoi stare tanto in piedi, non puoi più andare in montagna a sciare, a camminare, le scale di casa diventano un muro insuperabile, maledici di non comperato una casa con un ascensore, non puoi mangiare ciò che ti piace perchè ti viene un bruciore che ti obbliga a vomitare per sentirti meglio, vai avanti spesso a pappette insipide o ad ingozzarti di medicinali per digerire.
Terzani scrive: “le persone e le cose che ci stanno attorno improvvisamente appaiono in una luce diversa” Nulla di più vero, tutto ciò che ti sta attorno, gli oggetti, le cose materiali che prima erano importanti, perdono valore. Le persone, anche parenti prossimi, come un fratello, li vedi in modo diverso. Ascolti in modo più vero quello che dicono, e se prima, avevano una qualche importanza, ora li vedi per quello che sono …e se prima una loro frase ti aveva fatto alterare, ora ti accorgi che sono più spaventati di te… vuoti di sentimenti. Allora ti allontani e cerchi, trovando, amicizia e affetto tra amici, veri. Sì, in fondo la malattia ti rende libero, libero di essere davvero te stesso.


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