Nelle ore più tristi di quest’epoca
morbosa e inconcludente
cercherò quei tuoi passi che vedevo
infrangersi sul massiccio silenzio
di quei sassi
annebbiati dalla salsedine
approcciati al suono del mare
che ti sostenevano e ti ferivano
come la vita
minuscola
schiacciata tra le tue dita e il rovente
sapore di roccia.
E seppure cosciente dell’equilibrio precario
che circondavi con le tue braccia aperte
vele a dritta e fandango
come un fatto da accettare,
proverò a immaginarti leggera
parte del blu acceso e della vivace estate
che raccoglievi con le lentiggini immature
e le viscerali voglie di amore
e le parole che continuerò a
mangiare nel cuore saranno
una fotografia e un coltello.
di Pietro Maria Sabella All rights reserved
fine estate 2014