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"Con un bambino in braccio cucco un casino..."
Blood Diamond – Diamanti di sangue (USA, Germania 2006)Regia: Edward Zwick
Sceneggiatura: Charles Leavitt
Cast: Leonardo DiCaprio, Djimon Hounsou, Jennifer Connelly, David Harewood, Arnold Vosloo, Kagiso Kuypers, Stephen Collins, Michael Sheen, Benu Mabhena. Ato Essandoh
Genere: insanguinato
Se ti piace guarda anche: Rebelle - War Witch, Invictus - L'invincibile, Hotel Rwanda, L'ultimo re di Scozia
Con Blood Diamond – Diamanti di sangue, Leonardo DiCaprio ci mostra un altro suo lato. Un lato inedito. Non più quello da romantico eroe adolescenziale degli anni ’90, non solo l’attore feticcio di Scorsese e di alcuni dei registi più rinomati su piazza, bensì l’attore impegnato nel sociale. Non solo bello, non solo bravo, ma pure impegnato. Echeccazzo. Non fosse che lo considero tra i miei idoli, ci sarebbe proprio da odiarlo, tanto è perfetto. Se a ciò aggiungiamo che si è fatto alcune delle fighe più fighe del mondo della fighe, da Blake Lively a Paris Hilton, da Gisele Bündchen a Bar Refaeli, ci sarebbe da volerlo vedere morto come a fine Titanic. E invece no, perché Leonardo DiCaprio dev’essere anche una gran brava persona. Si preoccupa per il riscaldamento globale – ha prodotto il docu ambientalista The 11th Hour - L’undicesima ora –, sostiene i diritti dei gay, finanzia compagnie animaliste e si preoccupa pure delle popolazioni africane. In pratica, se lo odiate siete proprio delle brutte persone.
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"...e con un cane in testa ancora di più!"
Questo Blood Diamond è allora l’occasione di DiCaprio per mostrarci il suo lato impegnato. Ottima l’intenzione, realizzazione molto professionale, pure troppo, peccato che a livello cinematografico sia uno di quei filmoni in cui si respira più aria di Hollywood che di Africa. La regia perfettina di Edward Zwick ci presenta da una parte un’Africa da cartolina, splendidamente fotografata ma che fa molto video di “Waka Waka (This Time For Africa)” di Shakira. Per mostrarci anche il lato meno bello del continente nero paraponzi ponzi po’, Zwick decide di mostrarci anche attentati, esplosioni, massacri in una maniera spettacolare manco ci trovassimo in un action movie con James Bond. Un conto è la violenza esagerata e fumettistica dei film pulp di Quentin Tarantino, altra storia è l’uso a effetto delle devastazioni delle guerriglie africane per impressionare il pubblico seduto comodamente sulle poltrone mentre si magna i popcorn, così come fanno molto “tv del dolore” le scene più drammatiche. Capisco siano utilizzate per sensibilizzare gli spettatori, però qui forse un pochino si esagera.Se lo sbatterci tutte queste situazioni dritte in faccia è parecchio sfacciato, Blood Diamond dalla sua ha comunque il personaggio del nostro eroe del giorno. Leonardo DiCaprio qui è alle prese con una figura tutt’altro che positiva, almeno all’inizio. Leo non è infatti uno dei suoi eroi romantici tipici degli anni Novanta, bensì un freddo mercenario che utilizza il traffico di diamanti per fare soldi soldi soldi, tanti soldi, senza guardare in faccia nessuno. Le cose cambieranno, piano piano, quando incontrerà la bella, – Solo bellaaa? – diciamo pure la gnocca paurosa Jennifer Connelly, un’affascinante giornalista che cerca di raccontare i drammi e le violenze che si celano dietro i diamanti che giungono nelle vetrine delle gioiellerie dei paesi ricchi. E le cose per lui cambieranno anche quando incontrerà Djimon Hounsou, uno schiavo al servizio di questo traffico di diamanti, separato dalla sua famiglia. Il DiCaprio quindi è un villain, all’inizio, poi…
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"Paparazzato! Leonardo DiCaprio insieme a un bambino e poi con un cane!"
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"Nooo! Dannato DiCaprio! Perché Jennifer Connelly non posso farmela io?"
Da un certo punto in poi il film lascia un pochino da parte la tematica sociale, pur sempre presente, per concentrarsi su un’avventura action a metà strada tra Indiana Jones e Alla ricerca di Nemo, solo al contrario, con il padre che andrà alla ricerca del figlioletto perduto. Perché va bene fare un film impegnato, ma i producers americani devono pur sempre offrire uno spettacolo cinematografico di quelli coinvolgenti e accattivanti al grande pubblico, quello che di film ne vede al massimo uno all'anno e se non è un Vaccanze di Natale dev'essere un blockbusterone spettacolare. La pellicola resta così in bilico tra impegno e intrattenimento, tra Hollywood e Africa, provocando però nelle sue eccessive 2 ore e mezza di durata qualche sbadiglio. Per vedere un film sulla situazione africana e sui baby-soldati più “vero” e meno spettacolarizzato, ma allo stesso tempo cinematograficamente molto più affascinante, io, a costo di fare lo snob, consiglio semmai il piccolo e poco conosciuto Rebelle – War Witch, nominato agli Oscar 2013 tra le migliori pellicole straniere. Il tentativo di sensibilizzazione di Blood Diamond nei confronti della tematica dei diamanti insanguinati, per quanto troppo ruffianotto, si può dire in ogni caso riuscito. Dopo aver visto un film come questo, chi avrà ancora il coraggio di comprare un diamante? A parte che, con la situazione attuale, chi ha ancora non solo il coraggio ma pure la possibilità economica di comprarsi un diamante, insanguinato o meno che sia? (voto 6/10)