Roma 24 ottobre 2013
A mio Padre
L’uomo che torna solo
a tarda sera dalla vigna,
scuote le rape nella vasca,
sbuca dal viottolo con la paglia
macchiata di verderame.
L’uomo che porta così fresco
terriccio sulle scarpe, odore
di fresca sera nei vestiti,
si ferma ad una fonte, parla
con l’ortolano che sradica i finocchi.
E’ un uomo, un piccolo uomo
ch’io guardo di lontano.
E’ un punto vivo all’orizzonte.
Forse la sua pupilla
si accende questa sera
accanto alla peschiera
dove si bagna la fronte.
Leonardo Sinisgalli è originario di Montemurro, in provincia di Potenza, dove nasce nel 1908.
Studia a Caseria, Benevento, e Napoli, si laurea a Roma in ingegneria elettrotecnica.
Cura la redazione della rivista “Edilizia moderna” e dirige poi per qualche tempo l’ufficio pubblicità della Olivetti a Milano.
Nel dopoguerra è direttore dell’ufficio pubblico della Pirelli e della rivista “Pirelli”.
Nel 1952 fonda per la Finmeccanica la rivista “Civiltà delle macchine”.
Lavora poi come ingegnere all’ENI e all’Alitalia.
I suoi vasti interessi in campo tecnico e scientifico sono evidenti anche in libri di prosa come Furor mathematicus e L’indovino.
La poesia di Sinisgalli nasce dai miti ancestrali della sua terra, dalla memoria dell’infanzia e dei paesi del sud, descritti con estrema purezza di linguaggio in immagini solari, ricche di dati sensoriali.
Le prime raccolte: 18 poesia, I Campi Elisi, Vidi le Muse, I nuovi Campi Elisi.
Dal dopoguerra agli anni Settanta le nuove composizioni di La vigna vecchia, Tu sarai poeta, , L’età della luna e Il passero e il lebbroso evidenziano un nuovo gusto per l’epigramma e per un linguaggio secco e sentenzioso.
Sinisgalli muore a Roma nel 1981.
A domani
LL