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Leone d'oro allo scultore ghanese El Anatsui dalla Biennale d'arte contemporanea a Venezia

Creato il 12 maggio 2015 da Marianna06

La Biennale di arte contemporanea a Venezia ha attribuito un leone d’oro alla carriera all’artista ganese El Anatsui. Dopo il fotografo maliano Malick Sidibé, nel 2007, El Anatusi diviene così il secondo artista africano premiato dalla prestigiosa rassegna della città lagunare.

“Mi sento onorato da questo premio” ha detto lo scultore, che si è detto “fiero a nome di tutti gli artisti africani e per i due paesi che porto nel mio cuore: il Ghana, in cui sono nato, e la Nigeria, dove lavoro”.

Dopo aver esordito nella scultura a 18 anni, Anatsui ha dedicato la sua vita all’arte.

“Il suo è un lavoro incredibile – ha commentato Okwui Enwezor, commissario della Biennale – che ha contribuito a formare e ispirare un’intera generazione di artisti africani”.

Inizialmente Anatsui lavorava prevalentemente con materiali poveri come argilla e il legno, creando oggetti che ispirati alle credenze tradizionali del Ghana.

Successivamente la sua pratica artistica si è concentrata sulla realizzazione di grandi arazzi fatti con materiali di recupero, dimostrando come si può riprendere la più genuina tradizione africana, coniugandola alla modernità dei materiali e delle tecniche.

Quello del riciclo è un tema particolarmente caro agli artisti africani d’oggi.

Il rispetto per l’ambiente e il recupero dei rifiuti ha assunto un enorme valore nella ricerca creativa di numerosi artisti africani. Oggi, le sue opere in metallo si vendono a più di un milione di dollari ciascuna.

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Le raffinate tessiture “metalliche” e le sculture in legno di El Anatsui testimoniano lo straordinario rapporto tra creatività e radici storiche di uno degli artisti più “autenticamente africani”.

Attraverso l’utilizzo di materiali di recupero, come multicolori tappi corona, schiacciati, appiattiti, ricuciti, crea suggestivi arazzi di grandi dimensioni, ispirati alla ricchezza dei tessuti Kente e dei preziosi abiti da cerimonia Nyekor.

A questi si accompagnano opere in legno, vecchi mortai, etichette di carta, cocci di terra cotta, che lo rendono interprete di “una nuova tradizione”, come sottolinea l’antropologo Simon Ottenberg, insigne studioso di cultura e arte africana.

El Anatsui ha partecipato alla Biennale di Venezia anche nel 1990 e nel 2007.

Le sue opere sono presenti nelle maggiori gallerie pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti. Drifting continents, 2009 (Continenti alla deriva); alluminio (tappi di bottiglia) e filo di rame, installazione variabile (8 parti, in totale circa 3m x 10m).

             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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