Leone (Rai 1): ''Per avere Crozza spenderei tutto quello che ho''

Creato il 25 settembre 2013 da Digitalsat

«Purtroppo non è Rai1 che negozia, ma io spenderei tutto quello che ho per avere Crozza che ritengo coerente con la politica di rete. C'è un forte interesse ad averlo, non solo di Rai1, ma non sono ancora in grado di dire se l'anno prossimo ci sarà».

Lo ha detto il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, al Prix Italia di Torino dove si trovava per presentare la fiction 'La farfalla granata' che andrà in onda sulla rete ammiraglia a fine ottobre. Leone ha spiegato che la presenza di Crozza «rientrerebbe nel progetto dei numeri uno nel loro campo, come Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Jovanotti. Tutti volti nuovi della rete».

Quanto alle discussioni nate sulla programmazione del 'Commissario Montalbano' anche il mercoledì sera, Leone ha tagliato corto: «È un prodotto eccellente della rete, il mercoledì ha fatto il 17% e non il 30% di share e con questi numeri c'è posto per tutti, Ciò detto, credo che qualche danno lo abbia fatto, ma finisce fra due settimane e la forza di tutti i programmi penalizzati, a partire ad 'Virus', non è stata spenta ma rinviata. Lo abbiamo messo in palinsesto certamente per contrastare 'Le tre rose di Eva' -ha aggiunto- ma quando si fa programmazione si fa anche controprogrammazione. È inevitabile».

«Ne riparliamo a maggio, la strada è quella giusta, con una differenziazione di linguaggio rispetto a Canale 5». Così il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, ha risposto ad una domanda sul calo di ascolti de La vita in diretta: «Abbiamo un problema di ascolti nel pomeriggio, ma era preventivato - ha spiegato -. Ciò è dovuto al fatto che, non solo su indicazione aziendale, abbiamo cambiato il linguaggio de La vita in diretta, aprendo una finestra sul mondo e dando la conduzione a un giornalista. Ciò comporta un assestamento. Quella attuale è una coppia (Franco Di Mare-Paola Perego, ndr) di cui sono molto contento».

«Quanto alla Venier, che avrebbe potuto condurre il programma quest'anno, non è l'emblema della tv commerciale, è una grande professionista - ha aggiunto Leone -. Ho voluto che conducesse la nuova Domenica in per tornare a fare intrattenimento la domenica pomeriggio, non più il racconto di storie come negli altri giorni della settimana».


Raiuno è l'unica rete generalista che in questi nove mesi del 2013, il primo anno interamente digitalizzato, ha mantenuto i suoi ascolti mentre complessivamente i sette canali di Rai, Mediaset e La7, hanno perso quasi tre punti, dal 70,1% al 67,3%. "Un fenomeno destinato a durare ancora un po' e poi si assesterà", ha osservato il direttore Giancarlo Leone, nel corso del Prix Italia a Torino.

La rete ammiraglia della Rai è rimasta in testa agli ascolti per tutto l'anno
, 38 settimane consecutive, un record nella storia della rete. Raiuno ha segnato nei primi nove mesi uno share del 19,6% nel prime time e del 18,1% nel day time. Leone ha anche aggiunto che all'inizio della "garanzia" autunnale, riferita ai clienti pubblicitari, (8-23 settembre) Raiuno è l'unica rete generalista ad aver incrementato gli ascolti raggiungendo in prime time 4,9 milioni di spettatori, con una crescita del 2% sullo stesso periodo dell'anno scorso e incrementando il distacco su Canale 5 - che nel frattempo ha ceduto l'1,7% - del 3,7% in prime time e dello 0,10% nel day.

Il direttore di Raiuno in un’intervista sul numero di settembre di Prima Comunicazione
, è inoltre entrato nel merito della polemica che si è trascinata per tutta l’estate a proposito di "Mission", il programma di social tv girato nei campi profughi e previsto per il 4 e l’11 dicembre. "La rete deve aprirsi a temi considerati tabù", ha detto Leone, che ha spiegato in modo dettagliato il programma.

"Consapevoli che le definizioni hanno un loro senso, abbiamo voluto definire questo programma ‘social tv’", afferma Leone. "Il primo obiettivo è quello di raccontare una realtà durissima, quella cioè delle missioni umanitarie sparse nel mondo. 'Mission' sarà composto da due puntate che andranno in onda a dicembre. I personaggi che abbiamo portato e che porteremo nei campi profughi vogliono rappresentare l’occhio dello spettatore. Per quindici giorni queste persone faranno la vita dei volontari in quattro differenti campi profughi aiutandoci a capire cosa sia questa realtà nobile e dimenticata. Ai cosiddetti vip non è richiesta alcuna esibizione, né incoraggiato alcuno sfoggio di vanità. Abbiamo loro chiesto di immergersi in questa realtà sconosciuta e farci capire quali siano i problemi che i volontari affrontano tutti i giorni, dalla potabilizzazione delle acque alla fornitura di cibo, dall’assistenza sanitaria all’alfabetizzazione. Le nostre telecamere li seguiranno con intelligenza e discrezione".


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