Magazine Cultura

Leonida I: l’eroe delle Termopili

Creato il 19 settembre 2014 da Isabelje60754 @IsabelJE60754
Leonida I: l’eroe delle Termopili
Leonida I (in greco antico Λεωνίδας, che significa «figlio del leone») nacque a Sparta nel 540 a.C. e perse la vita alle Termopili nel 480 a.C. Divenne sovrano della città greca fra il 490 a.C. e il 480 a.C. Figlio di Anassandrida II, facente parte della stirpe degli Agiadi, subentrò al fratellastro Cleomene I, unendosi in matrimonio con la di lui figlia Gorgo, e morì lottando insieme ai trecento militari della sua scorta nel famosissimo scontro armato delle Termopili. Per l’autore di trattati storici Erodoto era in un rapporto di parentela con Eracle (semidio dotato di virtù eccezionali e autore di gesta leggendarie per la mitologia greca).
Per Erodoto la genitrice di Leonida fu incapace di procreare per lungo tempo e gli efori (cinque magistrati spartani scelti ogni anno) tentarono di convincere il monarca Anassandrida II a ripudiarla e optare per un’altra sposa. Il re non accettò, affermando che non vi era nessuna ragione per ripudiare la consorte, e gli efori lo autorizzarono a scegliersi un secondo coniuge senza dover abbandonare il primo. Il secondo partner generò in poco tempo un figlio, Cleomene. Eppure trascorso un anno dalla venuta al mondo di Cleomene, anche la prima sposa di Anassandrida partorì un figlio, Dorieo. Leonida fu il secondo figlio della prima consorte del sovrano. Dal momento che non spettava a lui la corona reale venne assoggettato, come ogni altro bambino spartano, all’«agoghé», terminata la quale i giovanotti spartiati divenivano membri di una collettività organizzata in stato. Leonida, pertanto, fu uno dei pochissimi monarchi che si esercitò con le impegnative prove del sistema spartano.

Leonida I: l’eroe delle Termopili

La statua di Leonida a Sparta

Anassandrida cessò di vivere nel 520 a.C. e Cleomene divenne re tra il 520 a.C. e il 516 a.C. Dorieo non approvò tale scelta e preferì allontanarsi da Sparta. Cercò in un primo tempo, senza riuscirvi, di dar vita ad un centro abitato nel continente africano e successivamente raggiunse la Sicilia nel tentativo di migliorare le proprie condizioni economiche. Dopo i primi risultati favorevoli perse invece la vita. Non si conoscono quali fossero le relazioni tra Leonida e i suoi fratelli più grandi. Si sa che Leonida si unì in matrimonio con Gorgo, figlia di Cleomene, un po’ di tempo prima che fosse acclamato sovrano nel 490 a.C. Per alcuni autori di trattati storici Leonida diventò monarca nel 493 a.C., mentre per altri (una sparuta minoranza) solamente nel 481 a.C. Per questi ultimi Leonida non era ancora salito al trono quando i diplomatici persiani fecero di tutto per conseguire l’assoggettamento di Sparta alla Persia, imbattendosi in una cortese ma ferma non accettazione della proposta nel 492 a.C. o 491 a.C., né quando la città di Atene domandò soccorso a Sparta nel 490 a.C. per ostacolare i Persiani anteriormente al celebre scontro armato di Maratona.
Plutarco riporta quanto dissero alcuni cittadini spartani a Leonida: «Tranne che per essere re, tu non sei per nulla superiore a noi», ed egli replicò: «Ma se non fossi migliore di voi, non sarei re». Essendosi assoggettato all’«agoghé», Leonida non riteneva importante il suo sangue blu, ma anzi pensava di possedere delle qualità più elevate, che facevano di lui il candidato ideale per dirigere e amministrare lo Stato.

Leonida I: l’eroe delle Termopili

Il sovrano persiano Serse I

Nel 481 a.C. il re spartano venne messo a capo degli eserciti delle città greche unite da un patto d'alleanza contro il nemico persiano mentre era in corso la seconda guerra persiana. Questa scelta non dipese unicamente dalle eccellenti qualità militari spartane, ma soprattutto dalla notevole considerazione di cui godeva Leonida, il quale chiese un responso profetico all’oracolo di Delfi, che dette la seguente risposta: «A voi, o Spartani dalle larghe piazze, o la vostra città sarà distrutta dai discendenti di Perseo o ciò non avverrà ma Sparta piangerà la morte di un re della stirpe di Eracle».
Nell’agosto del 480 a.C. il sovrano spartano si avviò a contrastare le forze armate di Serse al valico delle Termopili con un minuscolo contingente di trecento uomini. In quel luogo giunsero milizie di diversi centri urbani greci, che, mettendosi ai suoi ordini, formarono un corpo armato di ben 14.000 individui. Ma perché Leonida combatté, avendo a disposizione pochi militari? Scrive Erodoto: «gli Spartani inviarono gli uomini avanti con Leonida in modo che il resto degli alleati, nel vederli, marciasse senza paura di sconfitta anziché temporeggiare alla notizia di un ritardo dei Lacedemoni. Dopo la fine delle Carnee lasciarono Sparta e marciarono a ritmo serrato verso le Termopili. Il resto degli alleati fece lo stesso, dal momento che in quel periodo si svolgevano le Olimpiadi. Quindi inviarono la loro avanguardia, non pensando che la guerra alle Termopili fosse decisa così velocemente». Numerosi autori contemporanei di trattati storici non sono appagati da quanto detto da Erodoto e ritengono che i Giochi Olimpici in svolgimento o divergenze di opinioni abbiano ritardato l’invio delle truppe delle «polis» greche. Erodoto ricorda che il monarca spartano, dopo essere venuto a conoscenza della profezia, fosse sicuro di perdere la vita assieme ai suoi commilitoni. Pertanto prese unicamente gli Spartiati che avevano già della prole, in modo tale che fosse garantita l’esistenza dei casati.

Leonida I: l’eroe delle Termopili

La statua di Leonida alle Termopili

Vi erano dai quattromila ai settemila soldati a protezione delle Termopili, che fronteggiarono con decisione e coraggio la forza armata persiana superiore ai due milioni di individui per Erodoto. Serse volle aspettare quattro giorni prima di aggredire, augurandosi che i Greci si ritirassero ed affidassero ai Persiani le proprie spade e lance, ma a questo desiderio Leonida replicò: «Μολὼν λαβέ», che significa «Vieni a prenderle». Il quinto giorno Serse decise di assalire. Il re spartano con i suoi compagni d’arme ricacciarono indietro i Persiani consecutivamente per due giorni, ammazzando pressappoco ventimila militari avversari e subendo una perdita di quasi duemilacinquecento uomini. Furono pure ricacciati indietro le migliori milizie persiane, gli Immortali, e persero la vita due fratelli di Serse, Abrocome ed Iperante. Il settimo giorno Efialte (in greco antico vuol dire «incubo»), abitante di quella località ed addetto a pascolare e custodire mucche, pecore, capre, confidò ai Persiani, capeggiati da Idarne, la presenza di un viottolo, che avrebbe portato proprio nella retrovie delle truppe greche. Saputo quanto stava per accadere il sovrano spartano congedò buona parte dell’ esercito greco e difese il passo insieme ai suoi 300 Spartiati, 900 Iloti, 400 Tebani e 700 Tespiesi, che non vollero lasciarlo senza aiuto.

Leonida I: l’eroe delle Termopili

Leonida alle Termopili - Jacques Louis David 1806

Secondo Erodoto il monarca spartano fece allontanare moltissimi militari greci per salvaguardarli, dal momento che la guerra con i Persiani si sarebbe caratterizzata ancora per numerosi scontri armati, invece trattenne gli Spartani essendo perfettamente consapevole che questi non l’avrebbero lasciato solo. Inoltre il medesimo Erodoto è convinto che Leonida pensasse che le forze alleate greche non fossero preparate ad affrontare un evento rischioso di tale proporzione, invece lui ed i suoi commilitoni restarono perché maggiormente addestrati e per rendere eterna la loro impresa gloriosa.
Ogni milite greco venne ammazzato, ad eccezione dei Tebani, che preferirono dichiararsi vinti e consegnarsi al nemico. Anche il re spartano cessò di vivere. Erodoto racconta che Serse pretese che il capo del sovrano spartano fosse posto su un’asta di legno ed il suo corpo fosse inchiodato ad una croce, atto empio per i Greci. Dove avvenne l’ultima cruenta battaglia fra l’esercito persiano e gli Spartani fu innalzato un leone lapideo a sempiterno ricordo del monarca spartano e Pausania il Periegeta (autore di opere storiche e geografo) sostiene che la sua salma venne trasportata a Sparta 40 anni più tardi.

Leonida I: l’eroe delle Termopili

Scena dal film "300"

Negli «Apoftegmi spartani» Plutarco raccoglie molteplici massime ascritte a Leonida. L’espressione «Μολὼν λαβέ» venne riprodotta tanto sull’opera scultorea innalzata a Sparta nel 1968 per commemorare colui che dette prova di grande coraggio militare, quanto su quella del 1955 che fu collocata vicino al valico delle Termopili, dove si verificò il celeberrimo scontro armato. Inoltre il re spartano venne rappresentato mediante immagini nel dipinto neoclassicista su tela di Jacques - Louis David «Leonida alle Termopili» (1806), al momento custodito nel museo del Louvre di Parigi.
Due sono le pellicole cinematografiche incentrate sul sovrano spartano: la prima intitolata «L’eroe di Sparta» (1962, che ebbe come attore protagonista Richard Egan), la seconda dal titolo «300» (2007, l’ attore Gerard Butler interpretò il monarca spartano) è stata molto apprezzata dal pubblico, un po’ meno dai critici cinematografici. Giampiero Lovelli
BIBLIOGRAFIA
C. BEARZOT, Manuale di storia greca, Il Mulino Editore, Bologna 2011;
D. LOTZE, Storia greca. Dalle origini all'età ellenistica, Il Mulino Editore, Bologna 2010;
D. MUSTI, Storia greca. Linee di sviluppo dall'età micenea all'età romana, Laterza Editore, Bari 2010;
E. PASTORIO, Storia Greca, lineamenti essenziali, Monduzzi Editore, Parma 2006.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :