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Leopardi: I love you!

Creato il 29 novembre 2013 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

È uscita la prima traduzione dello “Zibaldone” di Giacomo Leopardi in Inghiletrra e negli Stati Uniti; ed è subito boom editoriale

Leopardi Leopardi: I love you!

Il piccolo e gracile uomo di Recanati ha fatto di nuovo centro. Lo Zibaldoneleopardiano, che raccoglie i pensieri più intimi, le riflessioni più intense, le critiche più feroci elaborate da colui che è stato ed è considerato come il cantore dell’infelicità umana, è stato tradotto in lingua inglese, ed è diventato in breve tempo un vero e proprio successo editoriale. Pubblicato in Inghilterra e negli Stati Uniti dalle case editrici Penguin Books e Farrar Straus and Giroux, ha ottenuto il plauso della critica e del pubblico.

La traduzione dell’ opera ha richiesto sette anni di lavoro, dove una folta schiera di studiosi si è adoperata per rendere in lingua inglese lo spirito e l’intento con cui l’autore ha composto il suo personalissimo diario. Due sono stati i coordinatori/curatori: Micheal Cesar, ordinario di letteratura italiana all’università di Birmingham e fondatore nel 1998 della cattedra di studi leopardiani, e Franco D’Intimo, docente alla Sapienza e noto studioso di Leopardi, sotto gli auspici del Centro Nazionale di Studi Leopardiani (Cnsl) di Recanati, del Leopardi Centre di Birmingham e dell’Arts and Humanities Research Council.

L’opera in lingua inglese comprende apparati critici e filologici, note, indici e una lunga introduzione. Il progetto, spiega il Cnsl, si è basato su una approfondita attività di ricerca riguardante due problemi teorici cruciali connessi con la composizione del testo: l’uso delle citazioni e lo status dello “Zibaldone” all’interno dell’estetica romantica e post-romantica del frammento.

Lo Zibaldone traccia al suo interno uno spaccato della vita più propriamente filosofica del Leopardi, che mette in luce le sue riflessioni più crude, autentiche, vere. L’utilizzo della prosa rende il tutto più discorsivo, più vero se vogliamo, lontano dalla liricità dei Canti. L’opera, iniziata tra il luglio e l’agosto del 1817, si è  conclusa nel dicembre del 1832 per il sopraggiugere della malattia che costrinse il poeta ad una lunga permanenza a letto.

Lo Zibaldone si apre con l’ululato dei cani in lontananza e si chiude con: «La cosa più inaspettata che accada a chi entra nella vita sociale, e spessisimo a chi v’è invecchiato, è di trovare il mondo quale gli è stato descritto, e quale egli lo conosce già e lo crede in teoria. L’uomo resta attonito di vedere verificata nel caso proprio la regola generale».

Tra le novità ci sono: la verifica del testo sulla base del manoscritto (con l’ausilio dell’edizione informatica a cura di Fiorenza Ceragioli e Monica Ballerini); la riconsiderazione e il ricollocamento secondo nuovi criteri di quelle parti del testo (aggiunte marginali) che sono tradizionalmente poste a pie’ di pagina; il controllo di tutte le fonti (con molte novità) condotto nella Biblioteca Leopardi di Recanati (grazie alla collaborazione dei discendenti del poeta) e in molte biblioteche italiane e straniere; la verifica e l’inserimento nel testo dei riferimenti interni ad altri passi zibaldoniani; l’individuazione di tutte le citazioni, contrassegnate per la prima volta da virgolette.

Il critico americano John Gray ha espresso tutta la sua soddisfazione per la diffusione di una delle opere che più contrassegnano il pensiero filosofico leopardiano dopo le Operette Morali, definendo il suo genio “sovversivo“, mentre il Financial Times lo considera: «uno dei pensatori più radicali del diciannovesimo secolo».

In Italia invece sono iniziate le riprese del film sulla vita di Leopardi, che si intitolerà “Il giovane favoloso“, per la regia di Mario Martone. A dare il volto al giovane di Recanati sarà Elio Germano, Isabella Ragonese sarà la sorella del poeta, mentre Ennio Fantastichini ricoprirà il ruolo del padre.


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