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Se l'altro giorno ci si stupiva per un esordiente diciannovenne capace di concepire e realizzare un film dal registro narrativo e tecnico così maturo, oggi la stessa domanda la si può porre per un ventenne.
Visto che dietro ad entrambi sta il nome del canadese Xavier Dolan, la risposta sta tutta nel talento che ancora una volta gli consente di fare centro e di essere presentato a Cannes.
Con Les Amours imaginaires, il regista mette da parte i temi sulla difficile accettazione di sé e degli altri tipici dell'adolescenza, per focalizzarsi, come il titolo suggerisce, sull'amore.
Un amore immaginario però, e parecchio conflittuale che vede due amici, Marie e Francis, interessarsi allo stesso ragazzo. Così, per attirare la sua attenzione e sovrastare l'altro, stravolgono il loro essere, tra vestiti vintage e regali preziosi, che non riescono mai a sbilanciare del tutto Nico, che appare di volta in volta attratto da entrambi. Con il passare del tempo, però, e con l'arrivo dell'autunno, l'amicizia tra Marie e Francis finisce inevitabilmente per logorarsi, e il momento della verità deve essere affrontato.
Se si vogliono continuare con i paragoni, si può notare fin da subito che la trama rispetto a J'ai Tué ma mère appare più semplice e classica, nonostante il lato omosessuale del triangolo amoroso al centro della scena.
Ma quello che differenzia Les Amours dalle altre commedie in circolazione sugli stessi temi è, ovviamente, la sua realizzazione.
A livello registico e fotografico Dolan non sembra lasciare nulla al caso, con un'attenzione sorprendente ai colori, alle inquadrature e alle musiche.
Ai duelli e agli appuntamenti a tre, fanno infatti da capitoli a parte delle interviste con altri giovani ossessionati da un amore per nulla reale, e dei poetici scorci di incontri che Marie e Francis hanno con altri partner, illuminati da luci monocromatiche.
Tra omaggi a grandi cult come In the mood for love o il più recente Mysterious Skin, quello che ne esce è un film solido e per nulla banale, che cattura lo spettatore con la magia del rallenti e la forza dell'amicizia, che grazie all'ironia riesce sempre a trionfare.
O no?
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