Pierre è reduce francese del Vietnam. Pilota d'aereo, caduto in azione, s'è salvato miracolosamente ma è traumatizzato e per il resto non ricorda nulla della sua vita.
Vive con Madeleine, l'infermiera che si prese cura di lui, innamorandosene.
Vaga per la cittadina dove vive, spesso va alla stazione ferroviaria per vedere un po' di gente. E' lì che incontra una bambina, Francoise, diretta al pensionato delle suore col padre, il quale nonostante le promesse la abbandonerà. Pierre l'andrà a trovare, e scambiato dalle suore per il padre gli verrà permesso ogni domenica di portare fuori la bambina, che è una dodicenne molto vispa e intelligente, quanto sofferente per la sostanziale condizione di orfana, visto che i genitori pur vivi sono scomparsi dalla sua vita.
Ogni domenica vanno insieme al parco dove c'è un bel lago. Madeleine lavora quei giorni. Tra i 2 s'instaura un'amicizia che non tarda ad attirare l'attenzione, il paese è piccolo e la gente mormora. In realtà tra loro, seppur per ragioni diverse, c'è solo affinità nella solitudine e nel bisogno di crearsi un'identità, e la bambina con la sua gioia e un pizzico di mistero porta Pierre ad una nuova ragione di vita.
Vivono in un loro mondo.
La bambina perché è il solo che le è concesso e Pierre la sola persona amica. Mai un pensiero od un ammiccamento sessuale, nulla di più lontano dai pensieri di entrambi, anche se lei conteggia gli anni che le mancano a diventare maggiorenne per potersi sposare con lui. Pierre è come se volesse ripetere una vita daccapo, ricostruirla dalla fanciullezza pur in un corpo ormai adulto, più che cercare di ricordare chi era. E' felice e gioioso, pare guarito.
Insorgeranno problemi. Una domenica non passata con la bambina sarà il principio, porterà ad un attaccamento ancora più morboso, e a questo punto la storia, vissuta quasi come una fiaba poetica avrà un'impennata di tensione, la loro amicizia riceverà fin troppe attenzioni da parte di altri, ed il finale sarà ancora più triste e drammatico di quanto si comincia a percepire, veramente fortissimo.
Che possibilità ci sono in questo mondo di vivere in una fiaba, di essere non dico capiti e compresi ma perlomeno tollerati? Poche.
Non aggiungo più nulla per non rovinare la visione, consigliatissima, di questo magnifico film più che degno del mio Olimpo, che si ammira per tutto, la trama, l'atmosfera, la qualità di immagini e le 2 splendide interpretazioni dei protagonisti.
Oscar nel 1962 come miglior film straniero, non sente minimamente gli anni trascorsi, perfetto ancora oggi.
"... promettilo, giuralo sulla mia testa che non mi lascerai mai!"
cartomante molto capace
in giro con amici di lei, ma lui è inquieto. una considerazione a latere: mi piacciono moltissimo gli abiti di quell'epoca, eleganti e discreti, e il gruppo d'amici è una meraviglia da ammirare.
quando siamo ormai quasi alla massima gioia compare il pugnale trafugato alla cartomante... questo frame m'è venuto splendidamente, non sempre riesce: catturate 2 espressioni rappresentative dei protagonisti