A volte si ha un’idea straordinaria degli arcana imperii, sembra che chi vi partecipa goda di cose, desideri e emozioni proibite ai comuni mortali. Ma grattando la vernice delle messe in scena oppure quella del mistero, si rischia di trovare una modesta chincaglieria umana, immaginari scadenti, pensieri e ambizioni deludenti.
Così leggendo di Marco Milanese, il consigliere di Tremonti e anche inquilino ufficiale della casa romana dove il ministro vive e lotta per noi, anzi per sé, si ha quasi un moto di pena. Perché l’ex ufficiale di finanza, l’attuale onorevole pdl e il perpetuo faccendiere per i potenti, veniva ricompensato in soldi, in auto di lusso, in orologi, ma anche se non sopratutto in viaggi pacchiani alla ricerca di banalissimi brividi turistici. Si ricorda una volta che a tutti i costi volle prendere lo stesso aereo di De Sica e la Ferilli per fare capodanno a New York, ripercorrendo tappe e tacce di un cinepattone.
La protervia con cui ha mosso le sue pedine per ottenere questo sublime piacere testimonia dell’universo coatto del berlusconismo, con le sue costellazioni, i suoi miti, le chimeriche promesse di serie b. Fosse Oscar Wilde, Milanese potrebbe dire di avere messo il suo genio in una vita da soap opera. Il ferrarino, il rolex, il Plaza della mezza mela tutto a spese del contribuente e della legalità. Un ‘integrità svenduta per diventare un personaggio da sberleffo. Del resto con la moglie, nella veste di portavoce di Tremonti il gioco era facile. Già me lo immagino dirle ” o famo strano” tra le lenzuola di un qualche cinque stelle.
Qualcuno ha detto che la vita imita il cinema. Ma le pessime vite imitano il cattivo cinema.