Dimenticatevi dell’orologio, qui ci pensa il gallo a svegliarvi. Dimenticatevi delle scarpe, qui potete andare in giro scalzi se volete. Dimenticatevi che il resto del mondo esiste e lasciatevi abbracciare dall’atmosfera rilassante di questo piccolo arcipelago a poche miglia dalla costa di Guadalupa ma lontano anni luce dal ritmo accelerato della grande isola.
Torniamo a Terre de Haut, l’isola principale dell’arcipelago di Les Saintes, dopo qualche settimana dalla nostra prima visita. Le piogge l’hanno resa più verde, ancora più bella di come l’avevamo lasciata. Scendiamo a fare due passi a Bourg des Saintes, é già tardi, i traghetti con i turisti sono ripartiti, i negozi iniziano a chiudere, i piccoli bar e i ristoranti si preparano per la serata, le luci soffuse, la musica non troppo alta, i profumi delle cucine in bella vista dalla strada. Ci incamminiamo verso la baia di Marigot prima che faccia notte, una curva dopo la chiesa e siamo già in aperta campagna, in quest’atmosfera bucolica di mondo antico con le pecore e le mucche che ci pascolano intorno. La terra, arida fino a qualche settimana fa, ora é ricoperta da un sottile strato di erbetta. L’aria é carica di fiori, Louis riconosce i profumi della sua infanzia, respiriamo a pieni polmoni.
L’ultima volta siamo saliti fino a Le Chameau (309m), il punto d’osservazione più alto di Terre de Haut. Da lassù lo sguardo abbraccia tutti i colori dell’arcipelago, i mille azzurri del mare e del cielo, il bianco delle spiagge di sabbia, il rosso dei tetti coloniali, le barche nelle baie in file regolari come schizzi a matita su di un foglio liquido, il verde opaco dei cactus e dell’aloe vera, quello più intendo delle palme sulle spiagge. Tutti i punti principali dell’arcipelago si controllano da lassù. L’isola di Cabrit, minuscola, disabitata, con una bella baia per le barche sul lato est. Il Pain de Sucre, una miniatura molto meno glamour di quello di Rio de Janeiro. Il piccolo aeroporto, fra Bourg de Saintes e la Grande Anse a ovest. Il Forte Napoleone, altro punto panoramico privilegiato, al lato della bella baia di Marigot.
Siamo fermi a una boia fra il forte Napoleone e l’isola di Cabrit, é troppo profondo qui per tirare l’ancora. Nei prossimi giorni ci sposteremo davanti al Pain de Sucre, vi racconteremo come cambia da li la prospettiva.
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