Costruzioni geometriche, precisione dell’esecuzione, cromie limitate sono le caratteristiche di alcune linee del prossimo A/I 2010-11 … Oppure sono quelle della corrente artistica del Minimalismo?
A volte i concetti che nascono in ambito strettamente artistico vengono presi e riportati nella moda.
Nel secolo scorso molti artisti hanno cominciato a pensare che l’arte, in quanto impulso caratteristico e innegabile dell’uomo, dovesse comprendere ogni aspetto della vita.
Questo concetto dette vita ad una nuova concezione del design e non poteva non coinvolgere anche la moda. Magari l’applicazione di queste idee inizialmente non ebbe successo pratico immediato: per esempio, il modello di abito “a sacco” venne inventato i primi del Novecento dall’artista e designer liberty Henry Van De Velde senza molta fortuna ,ma fu riproposto con successo verso gli anni 60 da Dior e lo ritroviamo tutt’oggi nelle collezioni di quest’anno.
Stella McCartney e Gianfranco Ferrè
Certo ormai si tratta quasi del tutto di una comunanza di principi puramente estetici.
Ma comunque è un’influenza piuttosto forte e duratura.
Robert Morris
L’intenzione dei primi artisti minimal era lasciare un ruolo di completamento del lavoro allo spettatore, usando forme elementari, pochi elementi che proprio per la loro estrema semplicità producevano inizialmente un effetto vagamente straniante per poi arricchirsi delle impressioni del fruitore.
Donald Judd
Infatti, nonostante l’assenza di figure o decorazioni, le opere minimaliste molto spesso hanno un impatto netto che vibra diversamente anche a seconda del contesto.
In effetti anche gli abiti minimalisti, essendo apparentemente semplici ma molto rigorosi nella fattura, assumono valore diverso in base al contesto e sono anche facilmente adattabili a varie occasioni con pochissimi accessori.
Credo si possa dire che è la persona a definirle l’abito e non l’abito a caratterizzare la persona.