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Letta all’imbroglio kazaco

Creato il 09 luglio 2013 da Albertocapece

scimmietteDopo averci fatto credere che dall’Europa giungerà qualche ristoro in termini finanziari, cosa impossibile e incoerente sia col limite del 3% di deficit sia con il pareggio di bilancio in Costituzione, il governo ci mostra la filigrana della menzogna quotidiana e del bla bla sedativo con la vicenda dell’espulsione – risultata totalmente illegale – di  moglie e figlia del dissidente kazaco Ablyazov, restituite al ditttaore Nazarbayev, amico e socio di Berlusconi. Ora Letta e  Bonino, dopo una settimana di silenzio, si scandalizzano e gettano ogni colpa su Alfano che avrebbe agito da solo e senza riferire a nessuno.

Ma la cosa non sta in piedi, è meno plausibile dei messaggi che ti annunciano una gigantesca eredità che però richiede il versamento di centomila euro. Troppi meccanismi si sono messi in moto perché la cosa rimanesse all’interno del clan Berlusconi, ma lo si capisce benissimo anche dalle incaute dichiarazioni che sono state fatte dai “cadenti dalle nuvole”. La ministra Cancellieri aveva parlato di  “espulsione avvenuta secondo le regole” e non si capisce come abbia potuto affermarlo avendo appreso della cosa ufficialmente solo allo scoppio dello scandalo. E Letta, che viene pungolato dalla Bonino timorosa di perdere definitivamente la faccia,  a negare l’evidenza sostiene che i funzionari del ministero degli avevano assicurato che i passaporti delle due donne erano falsi e lui ha quindi dato il via libera all’operazione.

Dunque sapeva e immagino che lo sapesse anche la titolare della Farnesina. Sapeva pure che la di là della legalità formale, la cosa era delicata e che si traduceva in uno scambio di favori personali tra il dittatore kazaco e il tycoon nostrano. Povero nipote, non può fare il Ponzio Pilato dicendo che non ne sapeva nulla perché in questo modo si mostrerebbe un re travicello e allora dice di essere stato ingannato dai funzionari del mnistero degli esteri. Fosse vero i responsabili dovrebbero essere cacciati via immediatamente come accadrebbe in qualsiasi altro Paese.

Ma non accadrà nulla di tutto questo: si sperava che l’operazione rimanesse nascosta, ma una volta venuta alla luce è stato messo in piedi il solito rimpallo di responsabilità, un giro vorticoso di sportelli e di indignazioni, fino a che la cosa non affogherà nel cuore dell’estate, così come la fantomatica ripresa, le parole del commesso svenditore Draghi e le ignobili meline sulla presunta vittoria in Europa. E’ una tecnica non nuova, anzi di purissimo stampo democristiano, solo che adesso il ricorso alla menzogna è diventato il nerbo dell’azione politica, il vero e unico programma dei partiti, le convergenze parallele dell’inciucio. Così quando in autunno si scoprirà che il 3% di rapporto deficit – pil  verrà superato, sarà interessante vedere quale ragione verrà addotta per un fatto di cui tutti erano all’oscuro. Un’operazione segreta di Alfano?, la digos? il blog di Grillo? una nefasta conseguenza del rifiuto di Ingroia di andare ad Aosta?

Per fortuna che c’è il presidente della Repubblica il quale con moniti quotidiani ci assicura che ce la faremo: gli italiani si bevono ogni cosa, ce la faranno senz’altro ad inghiottire anche questo imbroglio.


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