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Lettera 25 pt.2

Creato il 08 dicembre 2011 da Emanuelesecco

Ormai tutti avreste saputo del nuovo arrivo: una fantastica Olivetti Lettera 25 (link all’annuncio).

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Ho voluto aspettare qualche giorno prima di scrivere la seconda parte del post a lei dedicato, per avere modo di provarla per bene e avere qualcosa da dire a proposito.
Che dire, sembra magia. Sembra che la mia cara macchina da scrivere sia in possesso di un qualcosa che riesce a tenermici incollato per ore e ore, senza sentire stanchezza né niente. Solo voglia di scrivere, di passare alla pagina successiva. In questi giorni mi sono trovato a passare dalla prima alla decima pagina senza accorgermene, battendo di gran lunga quelli che erano i miei vecchi record di scrittura al computer; una sorta di conto delle pagine scritte in base al tempo, un piccolo esercizio che tengo a mente proprio per esercitarmi affinché la scrittura sia il più fluida possibile.
Il riempimento della pagina è un po’ più lento, certo, ma forse è meglio così. Si riesce a pensare meglio a ciò che si sta scrivendo, prendendo l’atto della scrittura in sé come un’onda fluida che con lentezza continua e continua nel suo incessante scorrere.

E poi, che dire a proposito della musica prodotta quando si battono i tasti. Molti lo definiscono un semplice rumore, quasi fastidioso. Per me è musica, sembra quasi che le dita diano il ritmo alla scrittura, accelerando e rallentando a seconda dell’evento o del personaggio descritto.
Per carità, non ho niente contro i laptop, strumenti che considero molto utili e che hanno risolto molti problemi agli scrittori rendendo il loro lavoro più immediato. Ma per come la vedo io la vecchia macchina da scrivere conserva ancora quel fascino del passato quasi cancellato con prepotenza dal presente. Niente margini e a capo automatici, niente rientri prestabiliti… sta tutto nelle mani dello scrittore. Egli deve anche preoccuparsi di costruirsela la pagina, scegliendo mano a mano il formato da lui preferito e con il quale si trova meglio a scrivere. Tutte cose che con un laptop si settano in pochi secondi.

Niente correzione automatica. Niente sottolineature rosse che compaiono automaticamente quando si compie un errore. Non sto qui a dirvi le varie bestemmie tirate contro il dio più vicino quando commettevo i primi errori di battitura scrivendo a macchina… ora me ne sono quasi abituato.
Niente cambio di pagina automatico. Le prime volte il fatto di dover star lì a estrarre il foglio scritto e metterne uno nuovo al suo posto può essere una grande seccatura, ma dopo un po’ di pagine scritte vi assicuro che l’operazione avverrà come in automatico.
La scrittura forse è anche questo… il controllo assoluto sulla pagina che si sta pian piano riempiendo, il battito semi-costante delle lettere che mano a mano vanno a formare una parola, una frase, una riga…

Forse sta proprio nella lentezza il fascino delle macchine da scrivere.
Forse è proprio di quel briciole di lentezza in più che avevo bisogno.
Chissà…

 

E.


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