Caro Babbo Natale, quando ero un piccolo bambino ti scrivevo la mia letterina e cercavo di essere il più ordinato possibile per essere sicuro che tu comprendessi le mie richieste.
Erano i desideri di un bambino che sognava di avere un plastico con tanti trenini in miniatura, di trovare sotto l'albero un libro di avventure o lo scatola con i mattoncini Lego.
Aspettavo il momento in cui mio padre, fingendo di essere sorpreso, trovava la lettera sotto il piatto ed io la leggevo e tutti mi battevano le mani e rimediavo qualche soldino.
Ne è passato di tempo da quelle lettere di bambino, eppure le lettere le ho continuate a scrivere, anche se poi non le ho messe più sotto un piatto e le ho tenute con me.
Tante cose che ti ho chiesto nel corso di questi anni si sono realizzate e tante sono rimaste scritte lì, su quelle lettere.
Di questo tu non hai grandi colpe perché sono state spesso le mie scelte o ancor meglio le mie non scelte a impedire che quelle richieste diventassero delle realtà.
Tra poco tu tornerai di nuovo nelle case di tanti bambini che ti stanno aspettando e io, che bambino non lo sono più, continuo a scriverti la mia lettera.
E cosa ti potrei scrivere?
Ti scriverei che i primi bambini che dovresti visitare sono i tanti bambini che nel mondo soffrono e spesso ci dimentichiamo di loro, salvo ricordarcene quando una raccolta di soldi si trasforma in un grande spettacolo da circo mediatico.
Ti vorrei chiedere di mandare a casa tutti questi politici che continuano dai loro piedistalli a ignorare il vero dramma che stanno vivendo tante persone in questo nostro paese, in cui ci eravamo illusi di essere dei benestanti e avevamo visto nella ricchezza un obiettivo da raggiungere, spesso mettendo in secondo piano valori e sentimenti ben più importanti.
Caro Babbo Natale porta la serenità nelle famiglie, ferma chi ha perso ogni residua forma di coraggio e si lascia andare, ridai la speranza a chi l'ha persa.
Solo per un giorno fai scomparire tutti quegli aggeggi che nell'inganno della tecnologia ci hanno spersonalizzato e per un giorno dai modo a tutti di tornarsi a guardare negli occhi, a parlarsi, a confrontarsi.
Trasforma tutte le trasmissioni televisive, impedisci a loro di darci ogni giorno cattive notizie e almeno per questo periodo fai si che ci arrivino messaggi di dolcezza e di tenerezza, quei messaggi che stiamo tutti apprezzando in quel piccolo grande uomo che si chiama Francesco ed è entrato nel cuore di ognuno di noi, credente o meno che sia.
Caro Babbo Natale, non c'è più chi trovava la lettera sotto il piatto e non c'è più neanche chi, pur con tutte le difficoltà, ha fatto sempre sì che quel piatto si riempisse e non fosse mai vuoto.
Mi mancano le loro presenze. In questo periodo ancor più sento che non ci sono e allora concludo la mia lettera chiedendoti di darmi sempre quell'entusiasmo che non mi è mai mancato e mi ha sempre dato la voglia di andare avanti, di non arrendermi.
Porta la mia lettera a tutti coloro che mi vogliono bene, a tutti quelli che mi stimano, ai tanti che mi hanno conosciuto e serbano di me un buon ricordo e portagli tutto il mio affetto.
Buon Natale da Santo