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Lettera a un editore

Creato il 15 novembre 2010 da Lucas
Spettabile Fandango srl,
ho oggi ricevuto il pacco contenente i libri da me ordinati, consegnatomi dal cordiale corriere sda di origine (credo) bengalese (gli ho offerto anche da bere, ma egli ha gentilmente rifiutato). Il pacco era integro e, contento, l'ho aperto subito trovando dentro i sette volumi richiesti (sei libri di Cheever, uno di Strand); li ho presi avidamente tra le mani, ma, al tatto, ho notato che qualcosa non andava. Una strana sensazione di lieve, appiccicosa umidità. Mi sono guardato le mani e ho constatato che esse si sono sporcate di polvere nera, una specie di fuliggine. Càspita! Mi son lavato le mani, ho cercato il vostro di telefono, ho chiamato, numero libero di via Ajaccio, Roma, e non ha risposto nessuno. Non lavora nessuno negli uffici il lunedì pomeriggio alla Fandango e io vorrei protestare; io vi ho pagato una settantina di euro puliti puliti, transitati nel vostro conto tramite la mia linda carta di credito usata col metodo peipalle, per avere dei libri nuovi che nemmeno avessi comprato in una bancherella di un centro cittadino immersa nel traffico intenso sarebbero stati così sporchi. Ecco, volevo dirvi questo spettabile Fandango libri editore, soprattutto a Lei Procacci Domenico, titolare della suddetta casa editrice e di produzione cinematografica. Ecco, forse vi avrei dovuto inviare la presente in modo cartaceo passandola nella cenere, ma almeno la cenere disinfetta e io non so se lo sporco che ho toccato infetti. Li ho lavati, i volumi; ho lavato Cheever e Strand e mi hanno ringraziato di avergli passato in modo delicato un panno inumidito di acqua tepida sulla copertina. Ho capito, comprando da voi ho risparmiato il 20% sul prezzo di copertina e ho ricevuto la merce senza spese di spedizione. Ma suvvia, fate dare una spolverata al vostro magazzino.

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