Lettera a Zeman

Sa, Mister, una cosa? Io non credevo che sarebbe mai tornato alla Roma, anche se è casa sua in fondo. Pensavo che l'attuale società, un po' sconclusionata e confusa, non avesse abbastanza audacia. Sbagliavo: prima o ultima scelta, riportarla a Roma è stata comunque una decisione coraggiosa da prendere. Il fatto che proprio in questi giorni torni in una piazza importante, la stessa da cui denunciò il male del calcio in un'intervista all'Espresso ormai diversi anni fa, non so se annoverarlo quale ironia della sorte o altro ancora. In ogni caso ne sono felice e orgoglioso. Immagino che lei in questo lungo tempo abbia ripensato più volte a quelle dichiarazioni e agli insulti che seguirono. Sono pronto a scommettere che rifarebbe tutto tale e quale. Però, da tifoso, mi permetto - spero di non offenderla - di darle qualche suggerimento, ora che è di nuovo qui. Probabilmente, alla luce dei recenti scandali, qualcuno proverà a tirarla per la giacchetta e a coinvolgerla in inutili polemiche. Ecco, Mister, non cada nel tranello. Lei quella battaglia l'ha già vinta e adesso l'attende la sfida più difficile, ma allo stesso tempo a lei più congeniale: far parlare i tifosi e i giornalisti solo di calcio, di tattica, di moduli, di fraseggi. E lei è tra i pochi, se non l'unico in Italia, in grado di raggiungere un obiettivo simile, visti i malumori che scuotono il mondo del pallone. Sarebbe, infatti, la migliore risposta al bailamme a cui stiamo assistendo. Faccia calcio, i giochetti lasciamoli ai personaggi di basso rango che purtroppo inquinano lo sport. Magari insegna loro qualcosa. 
Bentornato, con affetto