Amici miei la vita dei telefilm è dura! Un bel giorno quando capisci finalmente di aver trovato una serie tv che fa al caso tuo, che ti piace sul serio, scopri che il network che la trasmette chiude il telefilm a causa dei bassi ascolti.
Non sapete l'amarezza quando, ignaro di tutto, visitando i vari siti di stampo telefilmico scopro che la CW (ufficialmente) aveva annunciato di cancellare "Reaper" lasciando incompiuto il destino dei poveri protagonisti. Questo perchè "Sam & co." non avevano soddisfatto le aspettative della casa di produzione a causa dei bassi ascolti del format.
Insomma nell'ultima, ahimè, puntata vedo che Andi per far sì che avvenga la rivincita tra Sam e il diavolo decide di mettere in gioco la sua anima al fine di sciogliere il contratto tra il suo fidanzato e satana.
Poi un angelo, che prima era un demone, per un ordine venuto dall'Alto rompe la mano del giovane acchiappa-anime, mano che gli serviva per la seconda competizione con il principe degli inferi, il quale, quest'ultimo, senza impegno e fatica vince l'incontro. Insomma una seconda stagione così ti faceva pensare: "Sicuramente ci sarà un sequel! E' ovvio!". E invece che cosa fanno i gran capi? Mi chiudono "Reaper" lasciandomi con un cliffhanger bestiale! Tra parentesi odio i cliffhanger quando dopo non c'è un seguito!!!
Dico io: "Ma un pò di coerenza pare brutto? Dài un finale decente alla serie e dopo non la trasmetti più. E' come un pittore che lascia un quadro incompiuto! Concludi l'opera e poi non la mostri!" Questo atteggiamento - tipico di chi investe oggi in una società in perenne crisi - è aberrante ed alquanto inquietante in quanto anche nell'arte rientra una fortissima logica di mercato. La domanda primeggia sull'offerta. I network non hanno una funzione di direzione artistica o meglio: ce l'hanno all'inizio ma quando un format perde di popolarità non cercano di salvarlo con ogni mezzo pubblicitario che posseggono, no! Lo cancellano per far posto a qualcosa di nuovo magari frutto di una nuova indagine di mercato più attenta ai gusti del momento di una categoria di spettatori che passa, con disinvoltura, dai vampire drama ai crime, dai sci-fi alle Sit-Com. In un pulviscolo di generi il popolo diventa vittima dell'eccessiva offerta e dell' eccessivo potere conferitogli dalla discrezionale ed effimera scelta dei suoi telefilm preferiti. Non è in grado più di "posarsi" su un telefilm e "gustarselo" ma gli viene "sparato" subito - dai piani alti! - un altro prodotto più nuovo, ed un altro ancora fino alla completa distruzione dei canoni di preferenza "seriali" di un pubblico ormai attento più alla novità che alla qualità!
La gente cambia idea continuamente. Se, quindi, ascoltiamo passivamente i commenti della massa, se esageriamo con questa estrema democrazia della domanda, non avremo consolidato nulla che possa essere degno di essere immortalato nella storia della tv, perchè avremo sempre delle opere a metà, non concluse. Dare il potere decisionale sul palinsesto delle varie televisioni al popolo "sovrano e televotante" porterà in men che non si dica ad una vera e propria anarchia televisiva dove non ci saranno più dei modelli artistici da seguire, da scegliere e confrontare. Tutto sarà mescolato in un minestrone mediatico che non avrà nè sapore nè identità! La via dell'evoluzione culturale e artistica della nostra epoca e della nostra amata tv dovrebbe essere, invece, costituita da un cammino dialettico tra generi, opere finite e audience. Quello che si inizia si porta anche a termine e si compara con gli altri programmi portando così sullo stesso binario sia i contenuti che la popolarità del format stesso. In questo modo la comparazione avverrà tra prodotti qualitativamente alti. La scelta del pubblico sarà orientata nel giusto verso, imparando così un'educazione al bello e non al trash!
Ho scritto tutto questo perchè mi hanno cancellato "Reaper", se mi chiudevano "Smallville" come minimo fondavo un partito sui "telefilm"!