"E' incredibile come l'infanzia e l'adolescenza possano condizionare le decisioni che prendiamo una volta diventati adulti e indipendenti. [...]
Caro figlio, questi traumi, e molti altri, stanno lì, in un angolo silenzioso del mio essere, pronti ad esplodere nei momenti cruciali. Una volta che tu fossi stato in età di capire, ti avrei parlato di quelle terribili sere in cui, con la testa sotto il cuscino per non sentire le prediche di big mother, rimpiangevo di non essere morta in culla.
Probabilmente ti avrebbe fatto male scoprire che tua madre ha avuto, a sua volta, una cattiva madre. E che tu saresti diventato, nel migliore dei casi, uno spiantato.
Come avrei potuto provvedere a te io che sperpero i miei soldi nelle librerie, che mi innamoro sempre di uomini irresponsabili e senza un euro, che non ho mai avuto un lavoro sicuro e continuo a sognare di diventare una scrittrice? Oh sì, come molti sperano, avresti potuto essere il bastone della mia vecchiaia, ma sono convinta che il frutto delle mie viscere non avrebbe potuto che appartenere alla razza maledetta dei poeti: come avresti fatto a sostenermi? Ti avrei rimpinzato di poesia e di cinema fin da piccolo. Prima di essere madre sarei stata una tessitrice di storie, che affabula e incanta.Nonostante l'idea di te ogni tanto si affacci nei miei pensieri, dentro di me rimane la convinzione tanto ben espressa dal grande Tolstoj: la maternità non è la più alta vocazione di una donna ".
Fotografia: Linda Lê, écrivain - paris 2007 (couleur) et 2000 (nb) - Olivier Roller1 commento