Oggi niente libri, niente racconti, niente estratti da grandi romanzi, niente grandi canzoni, niente poesie, niente citazioni, niente prove di strumenti di scrittura, niente leggende, niente fatti storici. Di seguito potete leggere la mia lettera di dimissioni da quel tentativo di quotidiano on-line che era Frews (l'utilizzo del tempo al passato non è casuale). Quello che leggerete in realtà non sarebbe servito per licenziarmi dal progetto, la lettera è una pura formalità, ma nel momento in cui la decisione mi fu chiara ho sentito il bisogno di scrivere le seguenti tre pagine (almeno su Pages sono tre pagine).
Vi dico subito che ho già inviato la lettera a chi di dovere. E, soprattutto vi informo che chi di dovere è già stato informato sulla mia volontà di pubblicare il testo su questo blog (quanto adoro le Creative Commons). A voi.
Ancora non riesco a credere al fatto che il primo documento scritto su Pages sia proprio questo. Non un racconto, non una poesia, ma questo. Tuttavia è una cosa che sento di fare, anche solo per correttezza verso coloro con i quali ho prestato i miei servigi in quanto volontario.
In quest’ultima decina di mesi ho svolto il compito di webmaster per il blog Frews. All’inizio mi sembrava una bella idea quella di provare a dare vita ad un nuovo quotidiano on-line privo di ogni filtro costituito dalla politica, dai soldi e dalla religione. Un blog sul quale fare informazione vera citando fonti, documentandosi a dovere e trovando nel complesso compito di informare (sempre più difficile in Italia) il rispetto di quello che è il più fondamentale dei principi in questo settore: la libertà.
All’inizio sembrava andare tutto bene, c’era solo un po’ troppa fretta di cominciare. Comunque il lancio avvenne senza troppi problemi, anche dal punto di vista grafico. Ero così entusiasmato dal progetto che mi ritrovai a lavorarci anche durante le due settimane di ferie che mi ero concesso, modificando codici su codici e perdendo svariate diottrie sulle migliaia di righe di codice html che formavano il nostro primo layout.
Tempo qualche mese e cominciai a vedere che i miei consigli riguardanti la partenza del quotidiano non venivano ascoltati e, ancora più importante, mi sentivo un pesce fuor d’acqua: si preferiva la quantità alla qualità per quanto riguarda il materiale offerto ai lettori. Si era persino cominciato a reclutare redattori su redattori senza, forse, sincerarsi sulla loro effettiva capacità di scrivere post utili e privi al loro interno di opinioni personali (dannose per un’informazione degna di questo nome).
In questi ultimi mesi si è arrivato al culmine: articoli privi di documentazione, fatti di cronaca completamente stravolti dalle opinioni personali, articoli a volte completamente inutili, fatti storici raccontati per metà oppure distorti anch’essi dalle maledette opinioni dello scrivente. Neanche si trattasse di un blog personale in cui una persona, sempre rischiando figuracce, è comunque libero di esprimere anche le sue opinioni più infondate. Ho persino letto giustificazioni che tiravano in ballo il poco tempo a disposizione (scusa non valida dal mio punto di vista, visto che un impegno del genere richiede tempo e non una dannata fretta di pubblicare). Nemmeno io ho molto tempo a disposizione, pur essendo ancora uno studente universitario (parrebbe strano a certe persone, ma esistono ancora universitari che si fanno il mazzo), ma non mi sognerei mai di pubblicare stronzate quando decido di scrivere qualche articolo di cronaca o a sfondo storico per il mio blog. Qualche volta ho commesso degli errori, e non mi servirebbe aggiungere che in quei casi rettifiche e scuse non si sono fatte attendere.
Ho saputo, oltretutto, che entro o dopo Pasqua ci sarebbe l’idea di registrare la testata. Per come la vedo io, prima di effettuare tale operazione bisognerebbe rivedere un attimo la situazione in cui versa la redazione, forse fin troppo libera e che, consentitemelo, scrive un po’ quel cazzo che vuole (ben lontana dal concetto di informazione libera per come lo intendo io, che mi pare di aver spiegato qui sopra). Dico solo che una redazione amatoriale dovrebbe comunque essere “addestrata”, nel senso che un quotidiano on-line (o mera imitazione di esso) non è comunque un blog personale, nel quale le opinioni personali danno senza dubbio nome alla tipologia di sito web (ma questo mi pare di averlo già spiegato in questa lettera).
Dunque, per i motivi elencati poco sopra, ho finalmente deciso di cessare la mia attività su Frews. Mi spiace immensamente e posso solo dire che questa decisione è il frutto di qualche mese di riflessioni a riguardo. Semplicemente non voglio più che il mio nome sia ancora legato al progetto del genere visto il modo in cui sta andando avanti.
Già immagino la risposta standard: «Be’, allora perché non hai scritto con costanza così potevamo ammirare la tua maestria?» Voglio solo dire che non sono né un maestro né un presuntuoso cocco o cocca che maschera le schifezze che scrive con l’etichetta “parere personale”. Dico solo che leggere certe cose toglierebbe la voglia di scrivere anche ai polli (i riferimenti a un certo post che ultimamente ha creato molto scalpore sono puramente casuali).
Ripeto, non voglio fare il maestro, ma penso che la mia esperienza quinquennale di blogger, e soprattutto gli errori commessi in passato, mi diano il diritto di consigliare i meno esperti nel settore.
Come ultimo punto vi informo che mi sono riservato il diritto di prelevare da Frews il mio articolo su Halloween e di cancellarlo da tale sito. In seguito mi riserverò il diritto di pubblicarlo sul mio blog personale (Emanuele Secco’s Blog), in quanto la licenza Creative Commons alla quale sono legato permette di riservarmi i diritti riguardanti ciò che scrivo.
Voglio inoltre informarvi che questa è una lettera aperta e che anch’essa verrà pubblicata sul mio blog personale (come succede con tutte le lettere aperte che scrivo).
Vi saluto e vi auguro buona fortuna, sperando che questi miei ultimi consigli vi siano utili.
Saluti,
Emanuele