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Lettera aperta a Oscar Giannino

Creato il 21 novembre 2012 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

Gentile Oscar Giannino,

le scrivo in qualità di studente universitario, di aderente al manifesto Fermare il Declino e di cittadino. Vorrei, prima di cominciare, raccontarle una storia, che mi pare molto evocativa in questi giorni di dubbi. Spero che la troverà illuminante e non noiosa.

Nuovo Mondo. Il 18 febbraio 1519, Hernan Cortés partì da Cuba alla volta del Messico con 11 navi, 100 marinai e 508 soldati. Appena sbarcato, si rese che conto che le tensioni interne, le controversie e i ripensamenti, avrebbero portato lui e l’equipaggio alla rovina. Capì che non avrebbe avuto un’altra occasione per rifarsi, e che tutto dipendeva da quello che avrebbe deciso in quelle poche ore. Non era questo quello che pensava di fare, all’inizio sembrava tutto più sicuro, e invece era lì in quel momento, con un manipolo di uomini di fronte a un’impresa troppo grande. Poteva scappare, poteva lasciare che l’onta gravasse su di lui e sui suoi uomini per il resto della loro esistenza, ma non fu questo quello che fece.

Diede l’ordine di bruciare le navi: si assicurò che i soldati non potessero pensare a una via di fuga, ma combattessero come diavoli in ogni occasione.

Il successo della sua impresa, del tutto incredibile se si considera che contro lui e i suoi uomini vi erano milioni di abitanti dell’impero azteco, fu reso possibile da una serie di circostanze favorevoli: il sistema di dominio degli aztechi sulle popolazioni sottomesse si basava sul terrore, cannibalismo e torture. Cosa che provocò una naturale aggregazione di buona parte delle popolazioni sottomesse intorno agli spagnoli che evidentemente non erano cannibali, sebbene Montezuma, divino sovrano, cercasse di tentarli, mandando loro in dono fanciulli bene in carne. La forza combattiva degli spagnoli era enorme, perché sapevano che la fuga era loro preclusa; essi combattevano senza mezze misure, senza fare mai prigionieri a differenza degli avversari, che per prima cosa tentavano di stordirli per poi catturarli.

In questo modo Cortés compì un’impresa che è simbolo di cosa possono fare gli uomini in condizioni disperate, grazie a un capo carismatico e un buon piano.

I riferimenti non credo possano essere più precisi, ma mi spiego meglio.

Lei ha dalla sua parte più di 30.000 persone pronte combattere orde di statalisti, corrotti o semplici idioti. Ha un piano, che mi pare Lei ritenga abbastanza buono. Ed è un uomo carismatico.

In questi mesi il nostro ottimo coordinatore ha dovuto metterci davanti a un gatto che si morde la coda: Oscar aspetta che ci siano abbastanza aderenti per fare un passo, ma chi vuole entrare aspetta che Oscar faccia un passo prima di aderire.

L’unica cosa che deve fare, per costringere i “suoi” ad andare avanti come dei diavoli, per portarli a raggiungere risultati che Mannheimer non può neanche immaginare, è bruciare le navi.

Il risultato sarà quello di raddoppiare, quadruplicare, che dico, decuplicare (!) le forze di chi divulga le sue idee.

 

Signor Oscar Giannino si candidi!

Si candidi perché guardando i partiti che rischiano di vincere le prossime elezioni la sensazione principale è quella di sconforto; si candidi, perché nessuno sa quante legislature possano esserci prima del default; si candidi, perché siamo pronti, e parlo senza paura di non dare fastidio a nessuno degli aderenti, a portarla in alto, oltre ogni stupido sondaggio fatto su un campione di 400 persone.

In fede,

Vittorio Nigrelli



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