Gentile Assessori Pugliano (delega all’Ambiente) e Gentile (delega alle Infrastrutture e i Lavori Pubblici),
senza farvi perdere tempo, vista la preziosità del tempo politico, vengo subito al punto.
La Regione ha emesso nel 2007 un rapporto di fattibilità delle piste ciclabili nella zona ionica tra Roccella e Palizzi.
Studio di fattibilità piste ciclabili -download in pdf
La scheda prevede ponti di una certa dimensione per poter superare le varie fiumare e le decine di piccoli rii di acque “bianche” che caratterizzano le nostre coste.
Secondo le indicazioni di questo studio di fattibilità, le piste ciclabili dovrebbero correre parallele ai binari, con un conseguente aggravio di costi per una recinzione di sicurezza –che ad ogni buon conto è sempre illecitamente aperta in alcuni punti per consentire l’accesso alla spiaggia, visto che nessuno si è degnato di costruire dei sottopassi. In tal modo la rete di piste ciclabili locridee trincerebbe la spiaggia, che è uno degli ultimi relitti ambientali della nostra regione.
Uso la parola relitto perché ormai di una spiaggia ricca di vegetazione mediterranea (come in Croazia, Corsica e Sardegna, tutte regioni dal noto appeal turistico) non si può proprio parlare, e le poche piante psammofile che vi crescono sono ormai dei relitti di ben altra –splendida- vegetazione originaria.
Tuttavia questi relitti dovrebbero essere preservati come bene comune, invece gli si pianta sul groppone una pista ciclabile. Loro pensano che questo sia coerente con le nuove tematiche ambientaliste di novello interesse mondiale?
Non pensano piuttosto che si dovrebbero smantellare, laddove possibile, come a Siderno, queste prese in giro che chiamano “piste ciclabili” e più consoni lochi vengano individuati all’interno del tessuto urbano cittadino?
Cosa ne pensano della “pista ciclabile” di Gioiosa Marina, collocata in malo modo sul ponte, sulla cui ridicolaggine e soprattutto pericolosità non c’è bisogno che alcuno si dilunghi, essendo sotto gli occhi di tutta la cittadinanza?
Intanto chiariamoci: perché tutta questa mania delle piste ciclabili fino al punto di collocarle in posizioni escheriane(come quella di Gioiosa)?
Se la Locride non è in grado di integrarle nel tessuto urbano, perché colpire un ecosistema già a rischio come quello psammofilo?
Perché –secondo loro- i comuni si affidano (o sono costretti a farlo) a personale incompetente o con conoscenze agronomiche limitate per eseguire le piantumazioni delle piste ciclabili e in generale della manutenzione del verde pubblico?
Da ultimo vi chiedo, come uomini politici, perché sviluppare a tutti i costi la linea ionica senza intervenire nei tracciati che sarebbero i denti del pettine della nostra struttura viaria, cioè le strade che vanno verso i paesini pedecollinari?
Non rischiamo di smarrire le nostre origini storiche, sociali, economiche per convertirci ad un sistema che ci vuole in moto perpetuo per acquistare borse di lusso e mangiare hamburger?
Hanno qualcosa da evidenziare in merito all’argomento?
Grazie,
Lidia Zitara
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