Buongiorno a tutte e tutti.
Chi vi scrive è Paolo Franchini, l’autore del soggetto e della sceneggiatura del cortometraggio L’UOMO COL TOSCANO. Dei quindici minuti, per farla breve, che sono stati da Voi proiettati nella serata di ieri, nel corso della prima tranche “infernale” dell’edizione 2011. Una collocazione, in tutta onestà, più che corretta e molto, molto divertente.
Come penso (e spero) che anche Voi abbiate notato, però, la proiezione non è andata affatto per il verso giusto: luminosità e contrasto del tutto fuori fase, canali audio assenti per buona parte dell’emissione, rimbalzi “pan” errati, etc. Per capirci, questi tanti sfasamenti hanno reso di difficile lettura persino i sottotitoli bianchi sulle immagini più scure e viceversa.
Per l’intera durata del corto, lo ammetto, mi sono augurato che qualcuno dello staff intervenisse per segnalare la cosa al pubblico e provvedere alla risoluzione degli inconvenienti tecnici, ma questo, purtroppo, non è avvenuto. Neppure a proiezione conclusa. Avrei voluto farlo io, dico subito anche questo, ma ho ritenuto fosse un’intromissione tanto errata quanto scorretta nei Vostri confronti.
Queste poche righe, quindi, le scrivo pubblicamente perché pubblico è stato lo spettacolo di ieri sera e le scrivo solo per chiedere quel minimo di correttezza dovuta anche a questo breve film cattivo. E alle tante, tantissime persone che hanno collaborato (del tutto gratuitamente, desidero ricordarlo anche in questa occasione) alla sua realizzazione e diffusione. Un corto che, sia chiaro, fin dalla sua nascita non ha mai avuto alcuna velleità di successo: non si tratta di un cortometraggio “di spessore” – come spero sia chiaro a tutti – ma soltanto di una manciata di minuti di puro intrattenimento, come l’ironia che lo attraversa può ben testimoniare. La storia, d’altronde, non è che una vicenda assai snella e senza messaggi particolari, un semplice racconto un po’ nero dei cui difetti, sarebbe stupido dire il contrario, mi assumo ogni responsabilità.
È per questo, quindi, che mi permetto di chiedere a Voi organizzatori una nuova proiezione in condizioni normali, con il supporto necessario e ogni attrezzatura tarata in modo preciso. Non sul grande schermo destinato ai finalisti del concorso, questo è evidente, ma nella serata di oggi, davanti alla platea “infernale” di competenza de L’UOMO COL TOSCANO.
Perché lo spettacolo di ieri sera, per venire al dunque, ha fatto male al folto pubblico presente in sala e, in particolare, a tutte quelle persone (più di quaranta) che si sono spese senza indugio per confezionare il cortometraggio al meglio delle proprie capacità, mettendo a disposizione le proprie attrezzature, il proprio estro artistico (penso, prima di tutto, ai tanti musicisti coinvolti) e, soprattutto, il proprio tempo libero e la propria passione. Cose non da poco, quindi.
E perché, in un certo senso, la proiezione “sbilenca” di ieri sera ha maltrattato un po’ anche la città di Varese (che, da bravi scriteriati, abbiamo voluto mostrare in una veste davvero insolita), la Lombardia Film Commission e gli amici che ci hanno supportato (e sopportato) per alcuni mesi, così come i tanti giornalisti che – dopo l’anteprima al Multisala Impero – hanno parlato con totale onestà e schiettezza de L’UOMO COL TOSCANO, anche su pagine a tiratura nazionale.
Mi auguro che questa mia richiesta del valore di un quarto d’ora, scritta d’istinto senza parlarne con il resto del clan de L’UCT, possa essere da Voi accolta senza particolari problemi; in ogni caso, qualunque sia la Vostra decisione, grazie comunque per l’accoglienza e l’entusiasmo dimostrato nei nostri confronti.
Buon lavoro e buon tutto,
Varese, 25 marzo 2011.