Lettera aperta alla consigliera Manuela Bottamedi.
Cara Manuela,
immagino che avrai ricevuto tante di quelle lettere, pacate
alcune, un pochino meno molte altre; sono qui, oggi, a scriverti pure io, dopo averti
conosciuta personalmente alcuni mesi fa, in occasione di alcuni incontri che ci hanno visti condividere molte riflessioni politiche, dopo
la tua elezione in consiglio provinciale.
Mi ricordo che abbiamo parlato di gestione dei rifiuti, tema
a noi molto caro, criticando ambedue le
scelte fatte nel passato dalla politica incenetorista, supportata proprio dal partito che ora ti
appresti a vivere come tua nuova “casa” politica; ricordo che mi dicesti anche
che era:” impossibile solo pensare di dialogare con questa maggioranza, perché
troppo chiusa su schemi vecchi e non
certo politicamente corretti e sostenibili” (cito qui, testuali tue parole che
ho annotato sul mio taccuino di appunti che prendo sempre in ogni incontro,
come mi ha insegnato a fare un grande verde, mio caro amico Marco Boato,
appartenente proprio a quella politica che criticasti così duramente).
Ricordo, inoltre, che in un confronto molto sereno tra di
noi, ma altrettanto franco e diretto, mi dicesti chiaramente che “condividevi
tutti i propositi dei programmi dei
Verdi”, ma che non avresti mai capito come tale partito potesse sostenere una
coalizione di centro sinistra autonomista che si trova a disagio con gli stessi
temi avanzati da noi! Che verve, che grinta avevi nel
contrastare le mie risposte, nelle quali asserivo che la scelta di stare
nella maggioranza attuale era dettata da precise scelte logiche, a loro volta dettate
dal fatto che stare all’interno di un
gruppo di lavoro non significa appoggiare tutte le scelte, bensì offre l’opportunità
di essere ascoltati, a volte con grande difficoltà, da tutti i partners, nel
tentativo di portare qualcosa da cambiare a percorsi politici spesso irti e
difficoltosi. Ma tu, fiera e decisa, mi dicesti che ciò non era possibile, che
era necessario sostituire tutto di ciò che era e ciò che è!
Non ho mai approvato
un atteggiamento così chiuso, tipico del movimento che rappresentavi
fino a qualche tempo fa, convinto che il dialogo politico, pur nella diversità
di appartenenza partitica e ideologica, fosse l’essenza basilare della
democrazia che deve sempre essere garantita; ti dissi, molto chiaramente, che
qualora avessi cambiato idea, una porta aperta al dialogo, tra noi che avevamo
gli stessi principi ambientalisti e di tutela del bene di tutti sopra al bene
di interessi privati, l’avresti sempre trovata; ma tu, molto gentilmente, mi
rispondesti che, per rispetto di chi ti aveva eletta, pur non avendo più le
condizioni di stare con loro, saresti rimasta a lavorare come indipendente.
Scelta coraggiosa e che ritenni rispettosa davvero di un equilibrio politico
considerevole.
Oggi sono basito; la scelta che hai fatto, di accasarti in
un partito che non rappresenta tipicamente gli ideali ambientalisti, gli ideali
di tutela e salvaguardia degli animali
e che a suo tempo è stato strenuo sostenitore di una politica dei rifiuti che sosteneva
l’inceneritore, ti mette in una posizione di credibilità compromessa verso
tutto ciò che ci eravamo detti su questi temi. Davvero non capisco; non tanto
la scelta di cercare una nuova casa, bensì
la casa che hai scelto! Nulla da dire sul PATT, peraltro nostro partner
di coalizione e che ha la sua visione politica storica; un partito degno di
assoluto rispetto, ma che certo non si può dire possa raccogliere gli stessi
“modus operandi” che tanto osannavi e professavi fino a qualche settimana fa.
Tant’è, la scelta tu l’hai fatta in piena e assoluta libertà giuridica, per
carità; ma mi rimane il quesito politico: perché il PATT ? Che senso logico ha,
in ragione degli argomenti che discutevamo qualche mese fa? Proprio non
capisco, mi risulta davvero difficile capire il senso politico. O, forse,
comincia a maturarmi qualche idea, meno nobile
rispetto agli argomenti condivisi un tempo; mi rimane l’amarezza, davvero sincera e
profonda, di aver sbagliato a valutare la tua posizione di distacco dalla
coalizione come posizione di principio; forse, era solo una posizione di
attendismo per il miglior offerente. E, ovvio, non potevamo certo essere noi!
Il tempo è galantuomo e dirà molto presto chi aveva ragione;
se il PATT nell’intercettare i tuoi voti consiliari ora, al fine di mettere in
difficoltà il partner “più grande” , oppure tu a cercare consensi in un’area
che certo non ti appartiene e che, come è accaduto a qualche tuo predecessore,
ti farà pagare elettoralmente tale scelta in futuro; a meno che, il tuo
trasformismo non sia del tutto esaurito
e si completi ulteriormente, con la negazione di tutti quei principi
ambientalisti di cui andavi tanto fiera fino a qualche tempo fa. A questo punto
non mi stupirei proprio di nulla!
Vedi, ho avuto pure io la necessità di cambiare partito
qualche anno fa; l’ho fatto fuori da posizioni raggiunte (peraltro mai ottenute, forse non sono
all’altezza); però ho cercato di dare
coerenza e continuità al percorso politico, lasciandomi coinvolgere da una
forza politica che, certo, non garantiva visibilità facile; ma, la tua scelta
mi risulta incomprensibile, davvero; anti etica verso chi ti ha votato, che
rappresentava proprio l’opposizione al
partito in cui hai deciso di aderire; politicamente suicida per te, perché ti
porterà ad un’esclusione certa di tutti e due i mondi che hai scelto; quello
precedente e quello attuale.
Ti lascio con un saluto e con l’augurio che, almeno, tu
possa ancora ricordare gli argomenti a cui dicevi di tenere e, per i quali, tanto ci eravamo appassionati
anche a parlare di un’ipotetica e illusoria collaborazione in previsione delle
prossime comunali a Trento. Facesti tanto rumore per nulla anche allora,
sollevando un polverone tra gli ex tuoi elettori? O forse, stavi già seminando
il terreno per il tuo passaggio di bandiera e pure di sponda? Non lo sapremo
mai…
Marco Ianes – coportavoce VERDI DEL TRENTINO
Magazine Società
Lettera aperta alla consigliera Manuela Bottamedi.
Cara Manuela,
immagino che avrai ricevuto tante di quelle lettere, pacate
alcune, un pochino meno molte altre; sono qui, oggi, a scriverti pure io, dopo averti
conosciuta personalmente alcuni mesi fa, in occasione di alcuni incontri che ci hanno visti condividere molte riflessioni politiche, dopo
la tua elezione in consiglio provinciale.
Mi ricordo che abbiamo parlato di gestione dei rifiuti, tema
a noi molto caro, criticando ambedue le
scelte fatte nel passato dalla politica incenetorista, supportata proprio dal partito che ora ti
appresti a vivere come tua nuova “casa” politica; ricordo che mi dicesti anche
che era:” impossibile solo pensare di dialogare con questa maggioranza, perché
troppo chiusa su schemi vecchi e non
certo politicamente corretti e sostenibili” (cito qui, testuali tue parole che
ho annotato sul mio taccuino di appunti che prendo sempre in ogni incontro,
come mi ha insegnato a fare un grande verde, mio caro amico Marco Boato,
appartenente proprio a quella politica che criticasti così duramente).
Ricordo, inoltre, che in un confronto molto sereno tra di
noi, ma altrettanto franco e diretto, mi dicesti chiaramente che “condividevi
tutti i propositi dei programmi dei
Verdi”, ma che non avresti mai capito come tale partito potesse sostenere una
coalizione di centro sinistra autonomista che si trova a disagio con gli stessi
temi avanzati da noi! Che verve, che grinta avevi nel
contrastare le mie risposte, nelle quali asserivo che la scelta di stare
nella maggioranza attuale era dettata da precise scelte logiche, a loro volta dettate
dal fatto che stare all’interno di un
gruppo di lavoro non significa appoggiare tutte le scelte, bensì offre l’opportunità
di essere ascoltati, a volte con grande difficoltà, da tutti i partners, nel
tentativo di portare qualcosa da cambiare a percorsi politici spesso irti e
difficoltosi. Ma tu, fiera e decisa, mi dicesti che ciò non era possibile, che
era necessario sostituire tutto di ciò che era e ciò che è!
Non ho mai approvato
un atteggiamento così chiuso, tipico del movimento che rappresentavi
fino a qualche tempo fa, convinto che il dialogo politico, pur nella diversità
di appartenenza partitica e ideologica, fosse l’essenza basilare della
democrazia che deve sempre essere garantita; ti dissi, molto chiaramente, che
qualora avessi cambiato idea, una porta aperta al dialogo, tra noi che avevamo
gli stessi principi ambientalisti e di tutela del bene di tutti sopra al bene
di interessi privati, l’avresti sempre trovata; ma tu, molto gentilmente, mi
rispondesti che, per rispetto di chi ti aveva eletta, pur non avendo più le
condizioni di stare con loro, saresti rimasta a lavorare come indipendente.
Scelta coraggiosa e che ritenni rispettosa davvero di un equilibrio politico
considerevole.
Oggi sono basito; la scelta che hai fatto, di accasarti in
un partito che non rappresenta tipicamente gli ideali ambientalisti, gli ideali
di tutela e salvaguardia degli animali
e che a suo tempo è stato strenuo sostenitore di una politica dei rifiuti che sosteneva
l’inceneritore, ti mette in una posizione di credibilità compromessa verso
tutto ciò che ci eravamo detti su questi temi. Davvero non capisco; non tanto
la scelta di cercare una nuova casa, bensì
la casa che hai scelto! Nulla da dire sul PATT, peraltro nostro partner
di coalizione e che ha la sua visione politica storica; un partito degno di
assoluto rispetto, ma che certo non si può dire possa raccogliere gli stessi
“modus operandi” che tanto osannavi e professavi fino a qualche settimana fa.
Tant’è, la scelta tu l’hai fatta in piena e assoluta libertà giuridica, per
carità; ma mi rimane il quesito politico: perché il PATT ? Che senso logico ha,
in ragione degli argomenti che discutevamo qualche mese fa? Proprio non
capisco, mi risulta davvero difficile capire il senso politico. O, forse,
comincia a maturarmi qualche idea, meno nobile
rispetto agli argomenti condivisi un tempo; mi rimane l’amarezza, davvero sincera e
profonda, di aver sbagliato a valutare la tua posizione di distacco dalla
coalizione come posizione di principio; forse, era solo una posizione di
attendismo per il miglior offerente. E, ovvio, non potevamo certo essere noi!
Il tempo è galantuomo e dirà molto presto chi aveva ragione;
se il PATT nell’intercettare i tuoi voti consiliari ora, al fine di mettere in
difficoltà il partner “più grande” , oppure tu a cercare consensi in un’area
che certo non ti appartiene e che, come è accaduto a qualche tuo predecessore,
ti farà pagare elettoralmente tale scelta in futuro; a meno che, il tuo
trasformismo non sia del tutto esaurito
e si completi ulteriormente, con la negazione di tutti quei principi
ambientalisti di cui andavi tanto fiera fino a qualche tempo fa. A questo punto
non mi stupirei proprio di nulla!
Vedi, ho avuto pure io la necessità di cambiare partito
qualche anno fa; l’ho fatto fuori da posizioni raggiunte (peraltro mai ottenute, forse non sono
all’altezza); però ho cercato di dare
coerenza e continuità al percorso politico, lasciandomi coinvolgere da una
forza politica che, certo, non garantiva visibilità facile; ma, la tua scelta
mi risulta incomprensibile, davvero; anti etica verso chi ti ha votato, che
rappresentava proprio l’opposizione al
partito in cui hai deciso di aderire; politicamente suicida per te, perché ti
porterà ad un’esclusione certa di tutti e due i mondi che hai scelto; quello
precedente e quello attuale.
Ti lascio con un saluto e con l’augurio che, almeno, tu
possa ancora ricordare gli argomenti a cui dicevi di tenere e, per i quali, tanto ci eravamo appassionati
anche a parlare di un’ipotetica e illusoria collaborazione in previsione delle
prossime comunali a Trento. Facesti tanto rumore per nulla anche allora,
sollevando un polverone tra gli ex tuoi elettori? O forse, stavi già seminando
il terreno per il tuo passaggio di bandiera e pure di sponda? Non lo sapremo
mai…
Marco Ianes – coportavoce VERDI DEL TRENTINO
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