Egregia Mrs. Pesc Federica Mogherini,
Le scriviamo questa lettera aperta per chiedere un Suo immediato intervento per salvare l’attivista iraniana Narges Mohammadi, impegnata nella difesa dei diritti civili e dei diritti umani all’interno della Repubblica Islamica. Nonostante il suo impegno pacifico per il popolo iraniano, Narges e’ stata recentemente convocata da una Corte Rivoluzionaria di Teheran e accusata di “crimini contro la sicurezza nazionale” e “propaganda contro lo Stato”. Dietro a queste accuse, ovviamente, non si nasconde alcuna attività violenta da parte di Narges Mohammadi, ma semplicemente un forte impegno di una donna coraggiosa contro gli abusi di un regime brutale e dispotico.
Narges Mohammadi e’ stata gia’ arrestata nel 2009 e condannata ad 11 anni di carcere per la sua partecipazione alle proteste in seguito alla rielezione illegale del negazionista Ahmadinejad e per essere una attivista per i diritti umani. Il suo rilascio e’ avvenuto unicamente nel 2013, con la condizionale, in considerazione delle gravi condizioni di salute di Narges.
Come ha raccontato la stessa Narges Mohammadi agli attivisti dell’International Campaign for Human Rights in Iran, la sua convocazione davanti al tribunale di Teheran e’ stata decisa dal giudice Salavati, responsabile della sezione 15. Narges, quindi, e’ comparsa davanti alla corte il 3 maggio ed e’ stata informata dei crimini che le sono attribuiti. Secondo quando dichiarato dal rappresentante del regime, tra le accuse contro Narges Mohammadi c’e’:
1 – l’attività in favore delle donne, particolarmente la protesta davanti al Parlamento iraniano contro gli attacchi con l’acido di cui decine di donne iraniane sono state vittime. Per quegli attacchi, vogliamo ricordarlo, ancora nessun criminale ha pagato, mentre le proteste di massa in favore dei diritti delle donne, sono state represse dalle forze di sicurezza del regime;
2- la creazione di una gruppo denominato “Step by Step to Stop the Death Penalty“, una rete di attivisti che si battono contro la pena di morte nella Repubblica Islamica. Il regime considera questo movimento illegale e pericoloso contro la sicurezza nazionale. A tal proposito, Onorevole Mogherini, vogliamo ricordare l’impegno dell’Unione Europea – e dell’Italia in particolare – in favore della Moratoria Universale contro la Pena di Morte;
3- l’incontro avvenuto nel Marzo del 2014 tra Narges Mohammadi e Lady Catherine Ashton, ai tempi in cui la Ashton occupava la poltrona di Lady Pesc (la stessa Lei oggi occupata oggi). Durante quell’incontro, vogliamo ricordarlo, Narges chiese alla Ashton di impegnarsi per il rilascio dei prigionieri politici, per la fine degli arresti domiciliari contro i leader dell’Onda Verde (Mir Hossein Mousavi, Mehdi Karroubi e Zahra Rahnavard) e la promozione dei diritti civili per tutto il popolo iraniano;
Inoltre, Le riportiamo che tra le accuse assurde contro Narges figurano anche quella di aver organizzato un seminario dedicato all’inquinamento atmosferico in Iran e un evento dedicato alla Giornata Internazionale della Donna nel 2013. Vogliamo sottolineare, Egregia On. Mogherini, che Narges Mohammadi rischia di essere condannata al carcere, soprattutto perché il suo impegno contro la Pena di Morte e’ stato considerata dal giudice “una attivita’ contro le leggi dell’Islam”. In un Paese dove la Sharia e’ legge di Stato, riteniamo Lei possa capire da sola quanto grave viene considerato questo “crimine”.
Riteniamo, Onorevole Mogherini, che sia un dovere preciso dell’Unione Europea – e Suo in particolare – quello di intervenire per proteggere Narges Mohammadi, una attivista che dovrebbe essere considerata un diamante da tutto l’Occidente. Per il ruolo che Lei ricopre e per i Suoi costanti contatti con il Ministro degli Esteri iraniano Zarif, Le chiediamo di intervenire personalmente per assicurarsi che tutte le accuse contro Narges decadano e che il regime le garantisca il diritto inalienabile di vivere in sicurezza e libertà, portando avanti le sue legittime campagne per i diritti umani e civili di tutto il popolo iraniano.
Cordialmente,
Collettivo No Pasdaran