Lettera aperta di Luigi Tarantino

Creato il 17 settembre 2011 da Spaziokultura
Cari tutti, sono felice di vedere finalmente che questo problema emerge. Bambini d’emigranti Pentonese. I miei bambini ed io stesso possedendo la cittadinanze Pentonese, mi permetto di aggiungere una piccola parola a questo argomento. Ne intendo avere la legittimitàSolo quello che è lontano dalla sua terra, delle sue radici, della sua cultura alla possibilità di esprimere quale amarezza e quale dolore provocano ogni anno l'impossibilità di essere presente all'epoca della festa della Madonna e potere dividerla al braccio di sua madre, di suo padre, della sua sorella o del suo fratello. Punto di ritrovo e momento sacro dove ciascuno di noi può, al di là del problematico cultuale, sentire al più profondo di se, vedere perdurare questa tradizioneBambino, i miei ricordi si mischiano a queste immagini indelebile che i miei genitori si sono  sentito siccome un dovere legittimo di farci conoscere. Hanno continuato a respirare, a parlare, a vivere mediante le loro radici che ci hanno comunicato. Questi valori, questo radicamento, noi anche, seguente generazione, abbiamo il piacere di inculcarlo ai nostri bambiniAllora, quanto tempo bisognerà ancora, riempire le nostre valigie di lacrime, lasciando questo paese senza rigirarsi e lasciare ai soli sedentari la gioia di potere dividere questa festa così meravigliosa inchiostrata nelle nostre memorie come un'immagine indelebile della nostra infanzia.  Ho io stesso potuto fare dividere la nostra cultura e l'amore del nostro villaggio, della nostra terra, delle nostre montagne, della nostra Calabria, a mia sposa, ai miei bambini,. Una parte di essi stesso è anche a Pentone. Bisogna rassegnarsi a questa frustrazione? No. Voglio che i miei bambini, i miei piccoli bambini si meravigliano di questo tradizionale pellegrinaggio. Voglio potere continuare ad ammirare queste luminari che sgorgano delle nostre montagne. Voglio anche vivere e dividere questi momenti.  Voglio essere con voi. Voglio essere a casa mia. Voglio errare nelle tue vie e sentire la tua atmosfera, sentire i tuoi rumori e rigenerarmi di te, il mio paese i giorni dove tutti i nostri problemi, le nostre preoccupazioni si cancellano:  il tempo della festa del Madonna.Sono contento di vedere che si alzano infine delle voci che sollevano un problema che è durato troppo. Occorre che la modernità cozzi contro le tradizioni.  Se vogliamo che si crea questa communione e questo desiderio pio che possiamo riunirsi e rispettarci al di là di tutte la nostra differenza e le nostre diversità, approfittiamo di ciò che può riunirle: la festa del Madonna.Allora pensiamoci  e spingiamo i nostri responsabili a muovere la data di questa festa.
Pentone, paese che dovuto lasciare partire i vostri bambini.
Pentone, paese inondato delle lacrime di vostri madri
Pentone, paese che riempe questi treni e le sue barche dei tuoi bambino
Pentone, paese che risplende in tutto il mondo.
Pentone, riunisce i tuoi bambini ed i futuri generazioni
Pentone, rialza questa sfide come hanno saputo sollevarne nei loro tempi i tuoi emigranti che seminarono i tuoi semi e le tue radici.
Sperando che mi perdonerete la mia povertà in termini di scrittura italiana

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