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Lettera da Madrid

Creato il 04 giugno 2011 da Nineteeneightyfour
A MADRID un documento di ispirazione:

Il sole sorge ovunque a liberare spaziTutti abbiamo visto quello che è successo a Madrid dal 15 Maggio, ma forse non lo abbiamo compreso o valorizzato del tutto: l’occupazione e liberazione di Puerta del Sol ha aperto una crepa nel muro dell’ordine stabilito, della routine e perfino del senso comune addomesticato, attraverso la quale è passato lo spirito della libertà, concretizzato nelle assemblee, nelle commissioni e nei gruppi di lavoro e nel loro funzionamento orizzontale basato sulla libera discussione degli accordi da parte dei delegati a rotazione, così come nella solidarietà, nella comunicazione reale e nel mutuo appoggio, insomma, nella democrazia reale che stiamo cercando di reinventare e sperimentare come il miglior mezzo e il più legittimo per impadronirci veramente del nostro destino, senza la dittatura del denaro né la tutela dei politici.


Senza dubbio, tutto questo processo e quello che potrà seguire come tanti di noi sperano, si basa su un principio che dobbiamo ricordare, far nostro e rivendicare. Se stiamo insieme in questa piazza che smette di essere un luogo di transito tra i templi del consumo per recuperare la sua vocazione di libera agorà e di cuore pulsante dei sogni della città, è per un avvenimento illegale che forse fonda una nuova legalità: l’atto compiuto dell’occupazione di Puerta del Sol come forma di protesta pacifica e la ferma e decisa consolidazione di tale occupazione nonostante lo sgombero della notte del martedì, delle minacce e dell’acquazzone del mercoledì, dell’intimidazione della Giunta Elettorale e del caldo del fine settimana. Perché dal punto di vista della legge del più forte che ci governa oggi è stata illegale la presa della Gran Via e di altre strade e piazze tra la manifestazione del 15 maggio e la resistenza che si è portata avanti, espressione legittima della rabbia accumulata per tanti giorni sprecati e tanta tristezza, e illegale è stato il sit in dei manifestanti galvanizzati dalla rivolta della notte di domenica, e illegale il tendone del lunedì e la riconquista di Puerta del Sol del martedì e l’installazione di più tendoni quella stessa notte… e la concentrazione preventiva del mercoledì davanti alla certezza di una nuova espulsione che ha fatto sì che la gente illegale restasse disposta a fronteggiare questa legge che già non riconosciamo come nostra… e il colmo dell’illegalità è stato mantenere e rafforzare fino a un punto difficile da immaginare l’accampamento in piena giornata di riflessione contro i ladruncoli del PP e dell’ultradestra tertuliana, gesto illegale che ha avuto l’immenso valore di rivelare e dissolvere la miseria della campagna elettorale che ormai più nessuno fingeva di seguire dato che il fatto importante e democratico si stava svolgendo a Puerta del Sol e non nei meeting o alla televisione. E, certamente, il colmo dei colmi dell’illegalità è stato mantenere tutto questo il giorno stesso delle votazioni, e ancor di più, la settimana seguente, e il richiamo all’estensione del movimento e la creazione di assemblee di quartiere e nei paesi, e tutto quello che ancora sta per arrivare e arriverà.


Il fatto è che il desiderio di libertà, giustizia e autonomia si impone quando smette di essere individuale e impotente e trova complici che lo fortificano contro qualsiasi ostacolo. Ma questo non può bastarci. Una delle esigenze che ci ha portato in strada e ci ha incatenato ad essa è il problema degli alloggi, pilastro fondamentale di una vita autonoma di adulti e non di eterni e irresponsabili minorenni, e degna di essere vissuta invece che sopportata. Ricordiamo quindi che, in questo istante, ci sono migliaia di persone che vegetano e dormono in strada; che altrettanti non dormono la notte per paura di essere sfrattati, perché lo sfratto esiste e il suo terrore sta facendo stragi tutti i giorni e tutte le notti; che, infine, molti altri ancora hanno già perso il sonno e la speranza di abitare in una casa se non nell’esilio delle urbanizzazioni che si costruiscono ogni volta più lontane dalle città che amiamo, o accettando la schiavitù eterna delle ipoteche selvagge o lo scandaloso dissanguamento degli affittuari vampiri. E tuttavia, intorno a noi ci sono case in buono stato, palazzi di appartamenti appena terminati, locali, cinema, hotel e uffici abbandonati o in disuso ma sfruttabili, edifici dormienti , maltrattati e vuoti che esistono solo per lo sporco gioco della speculazione, che li risveglierà quando considererà che il loro valore è aumentato a sufficienza.Ma se ci siamo riuniti a Puerta del Sol è stato, tra le altre cose, per denunciare la speculazione e combatterla con parole e con azioni, come abbiamo fatto con tutta quella piazza, liberandola dal consumismo, dalla solitudine e dalla noia e trasformandola in un crogiuolo di esperienze e progetti e in un altoforno magnetico dove si conoscono, si mischiano e si fondono gli sconosciuti che prima camminavano da soli senza meta. Bene, abbiamo bisogno di case per vivere e per amare, e più spazi per continuare a incontrarci, parlare e mettere le basi per un mondo nuovo, e sappiamo come trovare queste case e questi spazi, e che cosa farci, e come difenderli, e che il farlo è tanto legittimo come lo sono i nostri sogni e le nostre speranze, perché non si tratta di legale o illegale ma di giusto o ingiusto, necessario o superfluo e nocivo come tutto o quasi tutto quello che ci vendono o ci propongono.Pertanto dobbiamo estendere il principio di liberazione collettiva che ci ha permesso di riappropriarci di Puerta del Sol a tutta Madrid, a tutti i suoi spazi e luoghi non sfruttati che l’economia viziata e i politici dimenticano. Le piazze devono convertirsi in spazi per fare politica senza politici, abbiamo tutto il diritto di riunirci e di manifestare nelle piazze pubbliche dato che quelle piazze sono proprietà del popolo, per questo, come a Puerta del Sol si è prodotto in forma istintiva, le piazze devono essere spazi senza denaro, senza dirigenti e senza mercanti, sono il germe di un nuovo mondo e l’unico potere che riconoscono è quello dell’assemblea di quartiere o di paese. Ma che questo desiderio di liberazione non si fermi qui. Perché senza case da abitare o locali dove riunirci, non ci sono assemblee né democrazia reale né una nuova società che dir si voglia.


Si tratta soltanto di essere coscienti della nostra forza e dei nostri desideri, e di essere coerenti con tutto quello che abbiamo fatto finora, e con tutto quello che possiamo fare e che faremo.


Fino alla proclamazione della Comune di Madrid, tutto il potere alle assemblee, vogliamo tutto e subito!
Abrasad@as de Sol

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