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Lettera dalla befana

Creato il 05 gennaio 2013 da Letteratitudine

Cari amici,
ritorna il nostro “post annuale” dedicato alla… befana.
Ve lo ripropongo invitandovi a discutere (simpaticamente) sulla base delle seguenti domande befanesche.

Pensate ai personaggi celebri che si sono distinti nell’anno appena trascorso, nel bene e nel male, italiani e stranieri.
A chi dareste dolciumi? E a chi il carbone? E perché?

Pensate agli eventi che si sono accavallati nel corso dell’anno che è appena passato.
Quali sono da ricordare? Quali da dimenticare? E perché?

Vi invito a rispondere, se vi va e se potete, con umorismo.
Di questi tempi ce ne vuole, no?
(A parte il fatto che potrebbe essere interessante confrontare le vostre risposte di oggi con quelle degli anni precedenti)
A voi…

Massimo Maugeri


LETTERA DALLA BEFANA

LETTERA DALLA BEFANA
Salve a tutti, sono la Befana. Ringrazio Massimo Maugeri per avermi dato spazio sul suo blog poco prima del giorno a me dedicato.

Vorrei parlare un po’ di me e poi “chiedervi” qualcosa.

Forse non lo sapete, ma c’è chi dice che la mia sia una figura del folklore di alcune parti dell’Italia centrale, diffusasi anche in altre regioni. Il mio nome deriva dalla parola epifania, alla quale festività religiosa sono collegata. Appartengo dunque alle figure folkloristiche, dispensatrici di doni, legate alle festività natalizie.

Come certamente saprete, faccio visita ai bambini la notte precedente l’epifania per riempire le calze, appositamente lasciate appese in quella notte. A chi è buono elargisco caramelle e cioccolatini, gli altri li riempio di carbone.

Vi racconto una storia.

Più di duemila anni fa, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni a una vecchia.

Malgrado le loro insistenze affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.

Così si fermò a ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.

Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

Sarà vero?

I beninformati dicono che la mia festa deriverebbe da antichi elementi folclorici pre-cristiani, recepiti e adattati dalla tradizione cristiana. In tal senso sarei una sorta di simbolo connesso a tradizioni agrarie pagane relative all’inizio dell’anno. E il mio aspetto da vecchia sarebbe da mettere in relazione con l’anno trascorso, ormai pronto per essere bruciato per “rinascere” come anno nuovo. In molti paesi europei infatti esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno. In quest’ottica l’uso dei doni assumerebbe un valore propiziatorio per l’anno nuovo.

Un’ipotesi suggestiva è quella che mi collega con una festa romana, che si svolgeva all’inizio dell’anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine “strenna”) e durante la quale si scambiavano regali.

In ogni caso, dato che è la mia festa, fatemi gli auguri.

E siccome so che il capoccia di questo blog pone sempre domande per avviare dibattiti… ve ne faccio una io.

Pensate ai personaggi celebri che si sono distinti nell’anno appena trascorso, nel bene e nel male, italiani e non.

Secondo voi, a chi dovrei dare dolciumi? E a chi il carbone?

E non dimenticate di spiegare il perché! Altrimenti il capoccia di cui sopra (che non ammetterà mai di aver copincollato le informazioni contenute in questo post da Wikipedia) s’inalbererà di brutto.

La Befana, per gli amici “Befy”


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