Egregio Presidente Dott. Vincenzo Iacopino,
Le scriviamo nuovamente per informarLa che la Comunità Eritrea in Italia promuove assieme alle Comunità eritree di tutta Europa una manifestazione a Ginevra contro il falso rapporto della Commissione d’Inchiesta delle Nazioni Unite che mira a destabilizzare la sovranità e l’esistenza del nostro paese. Noi eritrei della diaspora ci ribelliamo alle menzogne delle Nazioni Unite che sin dal 1952 ci hanno negato ogni diritto umano compreso quello dell’autodeterminazione dei popoli. Andremo a Ginevra per dir loro “Basta!”
Avremmo voluto invitare i giornali italiani alla nostra manifestazione se solo fossimo stati sicuri della loro onestà intellettuale e della loro imparzialità. Invece, visti gli ultimi sviluppi nati in seguito al discusso rapporto e il continuo infierire sulla nostra Patria accusata di crimini contro l’umanità, ci siamo ulteriormente convinti del loro coinvolgimento nella maledetta politica del regime-change che da qualche decennio sta rendendo il mondo un inferno. Come comunità eritrea percepiamo il gioco sottile, il martellare quotidiano dei giornali militarizzati, un gioco psicologico al massacro fatto di falsi scoop per sfiancarci e per deprimerci fino all’estremo. Dopo aver dato per morto il nostro Presidente (per la seconda volta in poco tempo) oggi l’Avvenire titola: “Dittatura, Eritrea, fallito nuovo colpo di Stato”
Nel frattempo, dopo averLe scritto la prima lettera, il Manifesto ha rimosso dal suo sito pieno di menzogne tutti i commenti scritti da cittadini eritrei fregandosene altamente della libertà di stampa così come, da tempo, ci hanno abituato la Repubblica e l’Espresso. Gli altri giornali non sono da meno quando traducono articoli provenienti da oltreoceano o quando permettono ai loro lettori di chiedere agli americani di intervenire militarmente.
A questo punto egregio Dottore, la Comunità Eritrea in Italia vuole difendere il proprio Paese da futuri drammi che sono già successi altrove e vuole altresì tutelare se stessa e i propri figli con doppia cittadinanza da scompensi psicologici perché continuano a farci domande preoccupati: “Perché ce l’hanno tutti con noi?” E’ per rispondere a loro che abbiamo deciso di reagire per contrastare questa guerra mediatica che giornali e giornalisti italiani hanno dichiarato all’Eritrea e a tutta la sua Comunità.
L’altro motivo per cui le scriviamo è per dirLe che La riteniamo responsabile, insieme ai media italiani, di questa guerra mediatica in atto contro di noi che da molti anni viviamo in Italia lavorando onestamente. Visto e costatato che a nulla sono valse le nostre suppliche, che Lei stesso ha ignorato non ritenendole neppure degne di una risposta, siamo pronti ad intraprendere una class action contro l’Ordine Dei Giornalisti che Lei rappresenta.
Siamo un popolo abituato a lottare e contro la vostra categoria lotteremo legalmente con tutti i mezzi a nostra disposizione.
Comitato Media Italia, portavoce della Comunità Eritrea residente in Italia