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Lettera di un “Controesodato”

Creato il 13 gennaio 2016 da Fugadeitalenti

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Pubblichiamo con piacere la lettera del nostro lettore Nicola, uno delle migliaia di “controesodati” rientrati negli ultimi anni in Italia.

Un “epitaffio” doveroso, per una legge che ha cessato di esistere lo scorso 31 dicembre, anche se i suoi effetti proseguiranno per tutto il 2017, a favore di chi tornato nel Paese entro il 2015.

La lettera di Nicola:

“Ciao, scrivo per raccontare la mia storia di ex-espatriato, poi ritornato in Italia grazia alla legge Controesodo (238/2010). Per scelta sarò breve, pur fornendo tutti i dettagli della mia storia.

Nel 2005, in primavera, ero in procinto di terminare gli ultimi esami e iniziare a lavorare sulla tesi di laurea,  sento il forte bisogno di pianificare il mio futuro, di accrescere le mie competenze e la mia professionalità; insomma, volevo cucirmi addosso un inizio di carriera che mi avesse lasciato senza rimpianti e mi avesse portato mille soddisfazioni.

Ero un sognatore, ma ero anche molto pragmatico, per cui inizio ad approfondire seriamente lo studio della lingua inglese, sicuro che prima o poi mi sarebbe servita.

Nel 2006 mi laureo con 110 e lode in scienze statistiche ed economiche all’Università degli studi di Bari. Nello stesso periodo, la Regione Puglia diffonde il programma “bollenti spiriti” (poi diventato “ritorno al futuro”), che per sette anni ha finanziato migliaia di corsi di specializzazione (Master) in Italia e all’estero per altrettanti studenti. BINGO!

In pochi mesi conseguo il certificato TOEFL necessario alla presentazione di una domanda di ammissione ad un master nel Regno Unito, conseguo l’ammissione al master che avevo puntato (Medical Statistics) e riesco a risultare idoneo al finanziamento di “Bollenti Spiriti”. Non mi resta che fare la valigia e partire.

Nei 5 anni che seguono completo il master, proseguo gli studi con un Dottorato di ricerca nella stessa università Inglese (Leicester) e mi fermo a Birmingham per un altro anno come ricercatore.

A dicembre 2011, del tutto inaspettatamente, vengo contattato da un’azienda italiana che, dopo un breve periodo di conoscenza reciproca, mi propone un contratto di lavoro. Le considerazioni che faccio sono le seguenti:

–   È più facile andar via dell’Italia (in particolar modo dal meridione) che trovare lavoro, ancor più difficile è rientrare (disoccupazione giovanile altissima, salari poco competitivi, cultura d’azienda scarsa)

–   Tentar non nuoce (forse)

–   La legge 238/2010 (Controesodo) avrebbe compensato per qualche anno il gap salariale sfavorevole, oltre che la necessaria riqualificazione (sono passato dall’ambito statistico medico all’ambito statistico bancario).

Era arrivata l’ora di onorare quel patto etico firmato con la regione Puglia e tornare in patria.

Sono tornato in Italia ormai da quasi 4 anni, non è stata una scelta facile da attuare, ma sono contento di come sia andata.

Sono sempre stato convinto (ma questa era una scommessa) che il termine del beneficio fiscale (31/12/2015) della legge controesodo sarebbe stato allineato al vincolo (5 anni, per me fino a fine 2017), e in questi giorni l’approvazione della legge di stabilità 2016 penso che abbia determinato una vittoria (seppure provvisoria).

Ora non mi resta che attendere il decreto attuativo dell’Agenzia delle Entrate.

E’ stato un piacere condividere la mia storia di ex- espatriato, spero possa essere utile”.

NICOLA



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