Lettera nel silenzio
Ciao amore, avevo voglia di parlare un po’ con te. Un soliloquio visto che son solo, ma pur sempre con te. Parlarti perché mi manca di farlo, con quella gaiezza che ci prende quando ti faccio una battuta alla quale rispondi con uno “stupido!!” detto con la freschezza adolescenziale che ti è rimasta dentro, nonostante il trascorrere del tempo da quel tempo. Ciao amore, avevo voglia di parlare un po’ con te. Un soliloquio visto che son solo, ma pur sempre con te. Perché mi manca di parlarti così dolce... ...perché mi manchi Tu.
Perché mi piacerebbe svegliarmi una volta con te e vestirti io la mattina. Vestirti dopo averti rimirata per quella che sei senza veli e godere già di quella verità. E dopo la contemplazione, far calzare alla tua pelle l’intimo: prima sopra, accompagnando il gesto con dolci carezze e leggeri baci sul tuo seno ancora nudo. E poi sotto, con l’indugiar delle mie mani dentro ai tuoi slip; indugiar che va ben oltre il giusto tempo del solo vestirti. E vedere la tua dolce ribellione che poi diventa abbandono brillare nei tuoi occhi. E sentirmi tirar giù sul letto da te, sentire la mia bocca colpita e affondata dai tuoi baci, baci che non sai più trattenere, che non mi vuoi più negare. E io rispondo a tutto di quel che mi dai. Rispondo a tutto...e di più. E in quel abbandonarci al tempo dell’amore, perder conoscenza del tempo per andare a lavorare.
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