Mentre aspettiamo di sapere chi saranno i volti nuovi della letteratura araba contemporanea – mi riferisco ovviamente ai sei finalisti dell’Arabic Booker 2013, i cui nomi sono stati rivelati ieri sera a Tunisi – parliamo un po’ dei “padri” della letteratura araba, i cosiddetti classici.
La casa editrice libano-egiziana al Dar al-masriyah al-lubnaniyah ha annunciato che è in corso di pubblicazione una nuova collana di classici della letteratura araba del XX secolo.
Tra i primi titoli pubblicati nella nuova edizione troviamo le opere di due degli intellettuali di maggior spicco nel panorama arabo-egiziano di inizio Novecento: Mustafa Lufti al-Manfaluti e Muhammad Hussein Haikal.
Il primo (1876-1924) è stato uno scrittore e traduttore egiziano, conservatore e moralista e dallo stile sentimentale e classicheggiante. La sua fama si deve però anche e soprattutto alle sua infaticabile opera di traduttore: le sue traduzioni anche-troppo-poco-fedeli all’originale, si discostavano dalle traduzioni dei suoi colleghi, per l’uso dell’arabo e per il ritmo che dava all’azione. Tra le opere in corso di ri-pubblicazione si citano: al-Nazarat (Gli sguardi), una collezione di articoli, saggi e traduzioni pubblicata nel 1910; al-Abarat (Le lacrime), raccolta di racconti brevi; Bul wa Firgini (Paul e Virginie), traduzione dell’omonimo romanzo del francese Bernandin de Saint-Pierre.
Il secondo, anch’egli egiziano (1888-1956), è considerato l’autore del primo vero romanzo storico egiziano: Zaynab, che è per l’appunto una delle opere che verranno ripubblicate.
L’obiettivo dell’editore è di presentare il patrimonio letterario arabo a nuovi lettori. Ogni testo conterrà una biografia dell’autore e note lessicali per spiegare il significato di termini arabi ormai desueti e poco familiari all’orecchio dei nuovi lettori.
Lettori che presumo quindi saranno giovani? Sarebbe interessante conoscere la tiratura della collana e le vendite.
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Chi ha letto testi “classici” della letteratura araba? Io qualcuno.
Tra gli egiziani mi piace citare Diario di un procuratore di campagna, di Tawfiq al-Hakim (a cura di Samuela Pagani, ed. Nottetempo, 2005), che lessi perchè faceva parte del programma di esame di letteratura araba del secondo o terzo anno. Non ho una memoria precisa della storia, perchè ormai è passato qualche anno e diversi libri sotto i ponti, ma ricordo che la lettura fu molto agile e piacevole e che il libro mi piacque moltissimo.
Ma che vuol dire classico-contemporaneo oggi? È una disputa vecchia come il mondo e ha ragione anche chi afferma che siano solo categorie astratte. Perchè: “Se la storia significa perpetuo cambiamento, morte e rinnovamento, ogni cosa è moderna un momento e pre-moderna un altro…”.
E questa citazione è tratta da un libro che sto leggendo e che mi ha appassionata: Ultimo té a Marrakesh, di Toni Maraini.
Di sicuro abbiamo anche noi bisogno ogni tanto di rileggerci qualche classico. Devo ammettere che con il passare degli anni trovo queste letture sempre più rassicuranti. Una sensazione, di calore e conforto, che ho ritrovato leggendo per la prima volta Anna Karenina, di Tolstoj, da poco terminato con mia grande gioia e diletto.
Trovo che ci sia un gusto diverso nel leggere gli autori classici. È come se essi, ormai morti e consegnati all’Olimpo della letteratura, mi parlassero di tempi e mondi attraversati da uno spirito appassionato e vivo, che riuscivano in qualche modo a catturare nelle loro pagine e consegnare alla storia. Era un mondo in cui tutto era possibile, il linguaggio aveva ancora il suo perchè ed era collegato strettamente alla realtà.
Nel mondo precario di oggi invece non c’è più alcuna certezza. O almeno io, oggi, non la vedo.
Un effetto di questa precarietà è che si è perso il legame tra il linguaggio e il suo significato, nessuno sa più pronunciare e scrivere parole importanti e tutti parlano a vanvera. È un mondo fluido e instabile in cui si può dire tutto e il contrario di tutto, tanto domani lo si sarà già dimenticato. Come in effetti noi a volte vorremmo dimenticare certa “letteratura” di oggi, sic.
Ecco appunto, promemoria per l’anno nuovo: prendiamo spunto da al Dar al-masriyah al-lubnaniyah e rileggiamoci i classici, arabi, ma non solo ovviamente. Ci aiuteranno a comprendere meglio anche la nuova letteratura e ad affrontarla con sguardo più critico.