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Letteratura commerciale o letteratura spazzatura?

Creato il 27 ottobre 2012 da Nicola Nicodemo
Letteratura commerciale o letteratura spazzatura? Negli ultimi tempi sembra sia nata una nuova categoria letteraria, che viene da più parti definita letteratura commerciale. Certo, si tratta di una definizione piuttosto sbrigativa e superficiale, che dà l'idea di come la lettura contemporanea va evolvendosi, ma lascia spazio a numerosi equivoci.
Con letteratura commerciale, si intende l'insieme di tutti quei libri nati (o commissionati dalle case editrici) il cui unico obiettivo è guadagnare. Alcuni parlano di libri spazzatura. Ma siccome un saggio proverbio dice di non fare di tutta l'erba un fascio, sono giunto a una conclusione che credo possa alimentare un'interessante discussione in merito alla qualità della letteratura moderna e alle illusioni di chi si avvicina alla carriera letteraria.
Premetto questo. Ciò che meno mi piace di questa paradossale situazione "moderna" è che addirittura scrittori alle prime armi (alla loro prima pubblicazione) facciano della scrittura il loro mestiere "a tempo pieno". Io mi chiedo. Ma lo sanno lor signori che Hemingway prima di diventare scrittore "a tempo pieno" racimolava quei pochi guadagni pubblicando racconti sulle riviste e lavorando come giornalista?
Ci sono personalità del panorama editoriale contemporaneo che, alla prima pubblicazione, si sentono già scrittori bell'e fatti, pronti per dedicarsi completamente alla loro grande missione: arricchire la letteratura con i loro prodotti commerciali impacchettati e spediti quà e là nelle filiali della grandi librerie. E ci credo, con le royalty milionarie che prendono.
Sarà per questo che ultimamente tutti si concentrano sulle saghe thriller, fantasy ed erotiche. Dopo il successo di un libro, tutti lì pronti a replicarne trame, stile e personaggi. E così le librerie si riempiono di libercoli vuoti e senza significato. 
I vampiri prolificano e si insinuano in tutti i fantasy. Le fantasie erotiche da film porno di pessima qualità abbondano, e dalle copertine uomini a torso nudo e dame dal seno scoperto invitano lettrici e lettori dall'ormone impazzito. E anche alcuni thriller (dura doverlo ammettere) non sono che un rimpasto della stessa carne tritata e rifritta, che dopo un po' comincia a puzzare e a stancare.
A furia di seguire i guadagni facili, si corre il rischio di perdere l'originalità e la qualità dei testi. E, sia ben chiaro, non stiamo parlando di self-publishing, che qualcuno potrebbe accusare di non porre limiti al superego di illusi scribacchini. No. Parliamo di editoria tradizionale e di grandi nomi.
E allora io mi chiedo: aspirante scrittore, cos'è che cerchi? Guadagni facili? Royalty da sogno che ti permettano di vivere per il resto della tua vita senza far nulla e di spacciarti da scrittore per aver pubblicato un'opera di dubbia qualità?
Dov'è finita l'integrità di certi autori del passato? Quelli che hanno fatto la storia della letteratura - non fugaci meteore nel panorama dell'editoria dozzinale. Quelli che studiavano l'uomo e lo mettevano a nudo di fronte alla sua esistenza. Che ti insegnavano a vivere. Che ti trasmettevano emozioni, senza per forza provocarti un'erezione o un'eccitazione. Quelli che ti facevano riflettere.
Persi in mezzo a questa letteratura commerciale, che tanto piace ma si ferma a un piacere effimero e etereo, i buoni libri esistono. Ogni tanto raggiungono anche le librerie. In attesa lì che qualcuno getti l'occhio oltre le copertine colorate e ammiccanti, i titoli fashion e i nomi degli autori scritti dieci volte più grandi del titolo.
Leggere è anche intrattenimento. Ma non per questo bisogna rinunciare alla qualità. In un mondo in cui erotico è ormai diventato sinonimo di porno, e le qualità di un thriller o romanzo poliziesco sono messe in dubbio, qual è il futuro della letteratura?
Ve lo chiedo come un favore a titolo personale. Per masturbarvi esistono centinaia di siti porno, e se volete solo divertirvi andate al cinema. La letteratura è qualcosa di più.
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi,  o, come gli ambiziosi, per istruirvi.  No, leggete per vivere. Gustave Flaubert

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