Alessandro Piperno e Jonathan Franzen
E va bene lo ammetto, non è un segreto, sono andato ancora una volta all'Auditorium alla presentazione di un libro. E già così è abbastanza interessante, sei ad un evento culturale (sì, si può definire così), sei in una delle architetture più belle di Roma, ma io ci sono andato con un fumetto (Manu) che se di solito i fumetti li guardi/leggi, io sono fortunato: posso andarci in giro insieme. Se ad agosto ho regalato a Marianna un libro di Jonathan Franzenè solo perchè ho seguito il consiglio di Francesco Lanzo uno scrittore italiano che oltre ad aver letto, sicuramente, più libri di me, conoscere bene il celeberrimo scrittore.Il titolo del libro è Libertà di Jonathan Franzen edito da Einaudi, a introdurre Marino Sinibaldi e a intervistare l'autore troviamo lo scrittore Alessandro PipernoL'introduzione è già di per sé completa, poi entra il giornalista a cui è affidato il difficile compito dell'intervista allo scrittore americano e infine il protagonista, proprio lui, l'autore de "Le correzioni".Piperno prima di fare una domanda ha fatto delle premesse lunghissime, che sembrava un modo per dimostrare che conosceva bene quello che lo scrittore che aveva davanti ha scritto. A un certo punto qualcuno del pubblico ha cominciato ad urlare: "Fai la domanda!" Ed è successo più di una volta. E mi sembra anche ragionevole come richiesta, perchè il pubblico vuole sentire una storia, un'opinione o una qualsiasi frase, ma formulata dal protagonista della serata.Jonathan Franzen
Se dobbiamo dirla tutta il giorno prima Jonathan Franzen è stato ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa e si era capito subito che avesse molto umore e ironia da condividere.Tutto parte e noi del pubblico seduto abbiamo la fortuna/opportunità di capire quello che Jonathan Franzen dice attraverso una vocina femminile che passa attraverso le cuffie collegate alla scatoletta con l'occhio che ci hanno consegnato all'ingresso. La traduzione non è proprio come quella che immagino ci sia nel parlamento europeo; dev'essere un tipo estremamente simpatico l'autore in questione, perchè anche la traduttrice se la rideva invece di tradurre, a volte si sentivano degli schiaffi, come se si battesse una mano sulla fronte per chissà quale motivo. Forse era solo un disturbo del segnale e io ho molta fantasia, però se la rideva, di questo sono sicuro.A domande a cui non trova una risposta facile, o proprio non trovava una risposta, Franzen cerca di girarci intorno restituendo, con un modo piacevole, una storia nuova, un pretesto per parlare di tutt'altro e non dispiace affatto.Dice di non essere molto ferrato in filosofia. "Forse in un ambiente molto rumoroso potrei parlare di Hegel, ma molto rumoroso. Se dovesse ritornare la calma e il silenzio allora cambierei subito argomento". [...]"A meno di non essere Houston Churchill, un uomo comune non ha molto da raccontare" e allora è normale che si passi da un'autobiografia alla fantasia; questo ti permette di far trovare i personaggi di un romanzo in qualsiasi situazione.Qualcuno gli chiede in due parole cosa pensa della morte di David Foster Wallace (di lui ho letto "La ragazza dai capelli strani" e lo consiglio) e lui: "In due parole direi: "Sono triste". Se dovessi usare più di due parole direi: "Mi ci sono incavolato". [...] Mi manca tanto".Luca Giurato
Tra le domande del pubblico spunta quella di Luca Giurato, anzi, tra il pubblico spunta Luca Giurato che fa quasi tutta la domanda in italiano tranne per usare il titolo del libro, lo pronuncia fridum, a me viene da ridere dopo che ha pronunciato il titolo del libro in lingua originale in modo errato per almeno tre volte, che se vuoi fare il figo, mi dispiace, ma questa volta ti è andata male.Sull'amore Franzen dice che la maggior parte delle persone "si aspettano di trovarlo al secondo o al terzo bicchiere di birra in un bar... e per qualcuno è così. [...] L'amore è come il rapporto tra un credente e la fede, viene messo alla prova quotidianamente". Uscendo due signore discutono sull'intervento di Luca Giurato, dicono che alla sua domanda neanche i grandi storici si sono dati una risposta (e neanche Franzen ha dato una risposta) poi si sono messi a ridere sulla pronuncia di "Freedom" e ho sentito il bisogno impellente di fare compagnia. C'è la fila per consegnare le cuffie che traducono con la voce della donnina e poi c'è un'altra fila nella libreria dell'auditorium dove l'autore firma le copie del libro. Poi non c'è più niente degno di nota nella serata che si è conclusa, se non le parole vibranti di questo autore.Jonathan Franzem
Voi conoscete Jonathan Franzen? Cosa avete letto di lui? Un passo degno di nota? Io ho le idee chiare su quale sarà il prossimo libro che acquisterò. Ti è piaciuto l’articolo? Offrici un caffé! Sostieni Design wth love!