Lucia Mondella, tipica gnocca lombarda, meditava di lasciare il fidanzato Renzo Tramaglino per partecipare alle selezioni di Miss Lecco. Erano tempi difficili quelli. I giovani non trovavano lavoro e alla ragazza l’idea di sposare un uomo modesto sembrava l’ultima cosa da fare. Renzo, nel frattempo, in vista delle nozze, aveva contattato un nobile spiantato, tale Don Rodrigo, che per sbarcare il lunario faceva il wedding planner e organizzava ricevimenti nel proprio palazzo. Quando nel paese si diffuse la notizia della probabile rottura del fidanzamento fra i due giovani, il povero Don Rodrigo scoppiò in lacrime alla prospettiva di perdere l’affare. “Questo matrimonio s’ha da fare!!!” – gridava. Aveva infatti molti debiti da pagare in quel momento. Mandò allora due suoi collaboratori, tali Bravi, a trovare Don Abbondio, il parroco del paese, affinchè celebrasse quel matrimonio al più presto. Purtroppo il prete, insieme a Perpetua, era in gita parrocchiale ai Caraibi. Intanto Lucia aveva vinto il titolo di Miss Lecco ed era stata notata dall’Innominato, un anziano playboy, che l’aveva convinta a seguirlo a Milano dove le avrebbe procurato una raccomandazione per il titolo di Miss Italia. Si trattava di un titolo un po’ futurista perché l’Italia, a quel tempo, non si era ancora formata. Renzo e Don Rodrigo corsero a Milano per recuperare Lucia. Lì grazie alla Monaca di Monza, che era una brava donna nonché zia dell’Innominato, ebbero modo di fare scattare un piano perfetto. Durante la finale di Miss Italia, che si sarebbe tenuta al “Lazzaretto”, una importante discoteca dell’epoca, avrebbero rapito Lucia per riportarla a casa. L’Innominato intanto aveva ingaggiato per la serata il complesso “I Lanzichenecchi” composto da musicisti rock. Purtroppo questi giovanotti non si lavavano da molto tempo e così, non appena si misero a suonare e cantare, sparsero in giro un tale fetore da fare restare secchi tutti quanti. L’evento fu riportato dalle cronache del tempo. Manco si fosse trattato della peste bubbonica.Laura Mancuso
Magazine Cultura
Lucia Mondella, tipica gnocca lombarda, meditava di lasciare il fidanzato Renzo Tramaglino per partecipare alle selezioni di Miss Lecco. Erano tempi difficili quelli. I giovani non trovavano lavoro e alla ragazza l’idea di sposare un uomo modesto sembrava l’ultima cosa da fare. Renzo, nel frattempo, in vista delle nozze, aveva contattato un nobile spiantato, tale Don Rodrigo, che per sbarcare il lunario faceva il wedding planner e organizzava ricevimenti nel proprio palazzo. Quando nel paese si diffuse la notizia della probabile rottura del fidanzamento fra i due giovani, il povero Don Rodrigo scoppiò in lacrime alla prospettiva di perdere l’affare. “Questo matrimonio s’ha da fare!!!” – gridava. Aveva infatti molti debiti da pagare in quel momento. Mandò allora due suoi collaboratori, tali Bravi, a trovare Don Abbondio, il parroco del paese, affinchè celebrasse quel matrimonio al più presto. Purtroppo il prete, insieme a Perpetua, era in gita parrocchiale ai Caraibi. Intanto Lucia aveva vinto il titolo di Miss Lecco ed era stata notata dall’Innominato, un anziano playboy, che l’aveva convinta a seguirlo a Milano dove le avrebbe procurato una raccomandazione per il titolo di Miss Italia. Si trattava di un titolo un po’ futurista perché l’Italia, a quel tempo, non si era ancora formata. Renzo e Don Rodrigo corsero a Milano per recuperare Lucia. Lì grazie alla Monaca di Monza, che era una brava donna nonché zia dell’Innominato, ebbero modo di fare scattare un piano perfetto. Durante la finale di Miss Italia, che si sarebbe tenuta al “Lazzaretto”, una importante discoteca dell’epoca, avrebbero rapito Lucia per riportarla a casa. L’Innominato intanto aveva ingaggiato per la serata il complesso “I Lanzichenecchi” composto da musicisti rock. Purtroppo questi giovanotti non si lavavano da molto tempo e così, non appena si misero a suonare e cantare, sparsero in giro un tale fetore da fare restare secchi tutti quanti. L’evento fu riportato dalle cronache del tempo. Manco si fosse trattato della peste bubbonica.Laura Mancuso
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