Città che vai, Festival che ti ritrovi. E la “biennale” di arte e cultura araba contemporanea di Londra che si chiama “Shubbak” sembra proprio un gran bel Festival, in linea con la città che la ospita: dall’11 al 26 luglio si alterneranno in diversi luoghi della città concerti, incontri, spettacoli teatrali e workshop che mettono in mostra la vivacità e la ricchezza della cultura araba contemporanea e che avranno un focus speciale sulla Siria.
Lo Shubbak di Londra però quest’anno non è solo arte ma anche letteratura: dal 23 al 26 luglio Londra ospiterà moltissimi incontri letterari su “letteratura araba e dintorni” con romanzieri, poeti, accademici, disegnatori e blogger, arabi e internazionali. Perché chi l’ha detto che la letteratura araba non è cool e non può avere un posto di tutto rispetto in un festival culturale?
Si comincia il 23 luglio con l’incontro sulla libertà d’espressione nella regione araba: interverranno lo scrittore, accademico e traduttore iracheno Sinan Antoon (“Rapsodia irachena”, Feltrinelli 2010, trad. di R. Ciucani) con la scrittrice siriana Samar Yazbek (“Lo specchio del mio segreto”, Castelvecchi 2011, trad di E. Chiti) e la poetessa curda irachena Choman Hardi.
Il 24 luglio tre poeti “on the frontline” parleranno di cosa vuol dire fare poesia in Iraq e in Kurdistan e qual è il ruolo della poesia in contesti tumultuosi: Choman Hardi, Ghareeb Iskander dall’Iraq e Kei Miller (UK/Jamaica).
Il 25 luglio giornata strapiena di eventi:
- Workshop per bambini con la disegnatrice libanese Lena Merhej
- Il boom di traduzioni dall’arabo in inglese e la visibilità internazionale che diversi autori arabi-arabofoni stanno acquisendo sono destinati a durare? Ne parlano: Robin Yassin Kassab, scrittore anglo-siriano, Sinan Antoon, Marcia L. Qualey, blogger di Arablit, Selma Debbagh, scrittrice anglo-palestinese e l’accademico Daniel Newman
- La fantascienza in arabo…non è fantascienza! (noi in Italia lo sappiamo bene grazie al prezioso volume curato da Ada Barbaro): ne discutono Yasmin Khan, di Sindbad Sci-Fi, lo scrittore egiziano Ahmed Khaled Tawfiq, autore di “Utopia”, Ahmad Saadawi, l’autore iracheno di “Frankenstein a Baghdad”, vincitore dell’IPAF 2014, e lo sceneggiatore iracheno Hassan Abdulrazzaq
- Del ruolo della scritture nelle proteste sociali di piazza parleranno il poeta palestinese Mourid Bargouthi (“Ho visto Ramallah”, Ilisso 2005, trad di M. Ruocco) e la giornalista e scrittrice siriana Rasha Abbas
- Doppio reading arabo-inglese per il palestinese Atef Abu Saif e la siriana Samar Yazbek dai loro ultimi lavori tradotti in inglese
- A conclusione: serata di poesia araba con Mourid Barghouthi, la poetessa anglo-egiziana Sabrina Mahfouz, Ghareeb Iskander e la palestinese Rafeef Ziadah (autrice di “We teach life, Sir”)
Anche domenica 26 non è male:
- Incontro su fumetti&graphic novel con: Lena Merhej di Samandal, Andeel di Tok Tok, l’egiziano Tarek Shahin e Asia Alfasi, autrice libica di fumetti
- Arabic Europe, ovvero: autori tra mondo arabo ed Europa, con gli scrittori Abdelkader Benali (Marocco-Olanda), Faiza Guène (Algeria-Francia) e Leila Aboulela (Sudan – Regno Unito)
- Di taboo (sociali e letterari) sradicati e nuovi generi parleranno Shahla Ujayli, siriana, Jokha al-Harthi dall’Oman e lo yemenita Ali al-Muqri (già autore di “Il bell’ebreo”, Piemme 2012, trad. di M. Avino)
- Sempre Lena Merhej condurrà un workshop su come comporre un fumetto bilingue, in questo caso arabo-inglese
La giornata e il fine settimana letterario si concludono con due ospiti d’eccezione (ah, entrambi libanesi!):
- Hoda Barakat leggerà in arabo dai suoi romanzi “La pietra del riso” e “L’uomo che arava le acque” (Ponte alle Grazie 2003, trad. di S. Pagani)
- Elias Khoury sarà in conversazione con Marina Warner, critica e accademica, per discutere dei suoi romanzi (in italiano editi da Einaudi e Feltrinelli e tradotti da E. Bartuli), di cui leggerà in arabo alcuni passi.
Per leggere tutto il lunghissimo programma, che offre una selezione ricchissima di eventi e ospiti, potete cliccare qui. O seguire, come sempre, la pagina Facebook del festival.
Postilla: pensavate che solo noi in Italia avessimo problemi di pregiudizi e stereotipi, eh? E invece no…
ci consoliamo? Insomma… O magari chi può, si consolerà volando a Londra a fine luglio ;-)