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Lettere al serial killer: dediche

Creato il 16 dicembre 2012 da Paolo Franchini

Farneticante Greg,

ho letto, con indicibile trasporto, il tuo ultimo best seller ‘Il silenzio delle sbarre’.

Mi hanno preso le tue riflessioni sul conformismo.Freddy Nothing si gioca l’esistenza tra due polarità sbilanciate, una individualità smarrita e la sudditanza al pensiero dominante, non lasciando intuire il segno di un minimo pensiero intelligente.

Meno conformista è il modo con cui Casimire De La Mere lo sopprime, trovando l’ispirazione in un vecchio gancio da macellaio dismesso, dopo una vita di maiali appesi.

L’unica cosa che mi lascia perplessa è la dedica, stampata nella quinta pagina del tuo cupo noir.

‘A tutte le lime che non hanno mai cantato’.

Avresti potuto fare di meglio.

Con simpatia,

Martha Footbell

 

Acuta Martha,

nello squallido mondo degli istinti di Freddy Nothing non è mai stata spremuta una briciola di spontaneità. L’unico dignitoso sussulto della sua vita, nel senso della sua morte, è quella sorta di buffo e patetico balletto che imbastisce nello scantinato del Residence Zelig.

‘Il balletto del gancio’, come lo chiama il trucido Casimire De La Mere, assassino crudelmente corretto.

In quanto alla dedica, personalmente la trovo inusuale e delicata.

Una sorta di arpeggio mai nato.

Se non ti aggrada, polemica Martha, strappa pure la pagina.

Ma dopo averlo fatto, stammi lontana.

Sono così pieno di vecchi ganci da avere un maledetto bisogno di gole da arpionare.

Per sempre,

Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.


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