Lettere al serial killer: due spanne di marmo

Plasmabile Greg,

mi chiamo Aggie Fontezuma e il mio studiolo d’artista si trova a Burbank, California, all’angolo della pizzeria cinese “Sfoglia la margherita”, nel caso ti riuscisse di fuggire dal carcere. Le mie sculture risultano di facile lettura perché sono descrittive e narrative, per la loro grande capacità di sintesi nella rappresentazione dell’essenziale, del vero, dell’imperituro che c’è in ogni uomo.

Il fallo, quell’unicum irripetibile, quel senso proteso verso l’assoluto.

Il mio laboratorio è zeppo di membri , ed ogni membro osserva con curiosità l’altro membro, poiché l’arte è relazionalità, dentro il turgido manifestarsi della sua datità fenomenica.

Direi che esiste, fra i peni, una dialettica positiva, piccoli a parte. Il cacchione che ti invio, nella speranza che il tuo idiota di Art te lo consegni, è un due spanne di marmo di quello buono.

Io disegno, abbozzo, trasformo e trasfiguro il soggetto nella plastilina, badando di non avvicinarlo troppo alla mia vagina. Dalla plastilina al marmo, è un attimo, una sorta di coito artistico. La scultura che ti dono ha il suo bel titolo “Il Coso di Greg ovvero il mantice del fabbro”. Il tuo sonaglio, possente Greg, suppongo sia indomabile, svergognato e villoso. Ma anche sottilmente esaminatore e scopritore. La vecchia zia Bessie, beata porcacciona, adorava chiamarlo “Quello che si dimena”. E teneva sempre in camera, proprio al suo fianco, un estintore, per prudenza.

Un bacio zuccherino, nella speranza che il mio capolavoro possa allietare la ulcerata penombra della tua cella.

Aggie

Divina Aggie,

quando Art mi ha scartato il pacco, cribbio, mi sono limitato ad esclamare ”Che pacco!”. Dentro il mantice del fabbro ho letto tutta la forza soccorritrice che mi ha concesso di stuprare branchi di femmine. Il tuo marmo si è piegato a una mano forte e precisa, nella creazione del monumento.

Tu sei una donna assistita da un grande desiderio di perfezione. E di penetrazione.

Ovviamente tuo,

Greg

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.