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Lettere al serial killer: ereditarietà?

Creato il 09 dicembre 2012 da Paolo Franchini

Scellerato Greg,

sono un tua irriducibile ammiratrice, mi chiamo Hectorina Bradford ed insegno antropologia criminale presso un istituto di Calabasas.

Ti volevo chiedere cosa ne pensi della disciplina che stabilisce l’ereditarietà delle tendenze criminali.

Telegrafica,

Hectorina

 

Succinta (e discinta?) Hectorina,

ho letto parecchio circa le teorie di fine ottocento, di quel tipetto di nome Cesare Lombroso. Resto perplesso davanti all’elenco di richiami e di segni fisici, le stimmate del delinquente.

Elucubrazioni di questo genere sono da colpo di sole. Meglio un posticino Ombroso. Per darti un’idea, mia mamma è stata, nella sua vita, premiata ben tre volte con la ”Gran Medaglia della Mitezza”, mentre mio papà non è stato mai premiato, per il semplice fatto che si nascondeva al mondo, per timidezza e pudore.

Io sono cresciuto nella sregolatezza, nella applicazione delle regole violente e nella omologazione lucida della follia.

Ma non sono, come puoi ben vedere, figlio d’arte. Come nemmeno figlio d’altri.

Sono semplicemente una premonizione del grande Jonathan Swift.

“Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui”.

E quanti ne ho conosciuti di idioti. In verità, anche ammazzati.

Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.

 


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