Cortese ed efferato Greg,
sono uno scapolo benestante che soffre di un incubo ricorrente. Scendo e salgo una scalinata di ferro, con tanta ruggine. I polpacci mi dolgono, e pure i talloni, anche se dalle mie parti li chiamiamo calcagni. La scalinata è cosparsa di pezzi di donna. Per spiegarmi. Un sacco di sterni, braccia, fin troppe braccia, teste mozzate, orecchie in disordine sparso. Lo psicanalista mi costa un occhio e sino ad ora non ha risolto un fico secco. Che devo fare, famigerato Greg?
Suo, Tony Lacostas
Dolente Tony,
sarò breve, come spesso mi capita. Due cose veloci. Inserirei nell’incubo la variante dell’ascensore. Allo psicanalista taglierei la gola, con una lama del sedici. Volendo, anche del dodici. Che in genere fa però un po’ troppo sangue.
In bocca al lupo (sempre che crepi),
Greg
La rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.