Madornale Greg,
nel senso dei tuoi errori. E dei tuoi orrori. Smontato dal mio logorante turno di restauratore di giganti da giardino, ti scrivo. Devi sapere che i nani non s’usano più. Nella casa degli Izard sto creando meraviglie. In questi giorni ho ultimato la statua di un sacerdote azteco.
Alta oltre otto piedi, osserva la casa nel notaio Izard sperando sempre di vedere le Pleiadi nella camera dei bambini. Il sacerdote si chiama Tonatiuh, come il dio del sole.
Cindy, la procace padrona di casa, lo ha osservato con meraviglia, quasi sovrastata dal realismo del mio capolavoro.
“Dio santo,Brett. Gli manca solo la parola… e forse un perizoma più protettivo”, ha esclamato, sbirciando la sagoma degli attributi di Tonatiuh, sotto la tunica color cobalto.
Intanto le donne incinte restavano chiuse nei granai, per il timore che si tramutassero in bestie feroci.
Vedi Greg, io studio da oltre trent’anni i riti, le cerimonie, il calendario e la scrittura degli aztechi. E’ una passione feroce che mi ha trasmesso mia nonna Gwenda, una vera maga che mi preparava cibi speciali con lame di ossidiana.
E vedi ancora, Greg, brucio dalla voglia di godermi la scena, domattina. Perchè la mia statua, stanotte, afferrerà un attizzatoio di legno ed accenderà il nuovo fuoco nel petto squarciato di una vittima appena sacrificata. E domattina la casa del notaio Izard sarà un cinguettare di teste infilzate sulla rastrelliera.
Buonanotte, Greg, e sogna venti sacchetti di carminio e quattrocento balle di cotone.
Tuo, Brett
Aztecoso Brett,
è uno dei rari casi in cui un notaio si ritroverà a pagare un conto più salato rispetto a quelli che propina ai suoi assistiti. Da giovane, girando a sinistra sulla strada di Tlaxcala, trovai un piccolo tempio con due altari dipinti. E accanto al tempio, un idiota, un po’ lercio e un po’ marcio, continuava a ripetere , con la monotonia degli idioti, un po’ lerci e un po’ marci , una sorta di nenia che blaterava di scheletri umani. E su un albero, rammento, mi impressionò il silenzio di un gran numero di uccelli, maledetti o spaventati, non saprei.
Ora sognerò quattrocento balle di cotone, sperando di non dover perdere il sonno per le stupite urla di casa Izard.
Greg
Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.