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Lettere al serial killer: nebbia e poesia

Creato il 10 marzo 2013 da Paolo Franchini

Pallido Greg,

sono Orizzonte Giallo , della tribù Papago. Mio nonno,Orizzonte Incerto,fu sommo poeta Papago. Sua è la poesia Nebbia, vincitrice del Premio Pueblo Hopi.

“Chiamo la nebbia,
ed essa cala
e abbevera la terra.
Mentre cammino, ora
sprofondo un tantino.
Me ne sto in mezzo ai campi.
E penso solo cose buone.”

A furia di pensare solo cose buone, Orizzonte Incerto finì per squartare Anatra Blu, gettando i brandelli del suo corpo ai coyote della prateria. Chissà. Una botta di vita, una botta non concessa…

Tu, pallido Greg, hai un po’ il vigore, un po’ l’ispirazione, un po’ la follia di Orizzonte Incerto.

Ecco perché vorrei che questa poesia aleggiasse fra i muri della tua riverita cella.

Orizzonte Giallo

 

Saggio Orizzonte Giallo,

ho letto Nebbia, trepitando. E ho pensato ad Anatra Blu, al suo ultimo battito d’ali fra le mandibole dei coyote. Mi hai regalato qualche minuto di commozione, affamata della dolcezza dei canti dei Nativi d’America.

Ti sono riconoscente. Un’ultima cosa. Non è che tuo nonno, Orizzonte Incerto, abbia perso la bussola per via del nome?

Il pallido Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.

 


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